La narrazione che si fa delle donne nei media mainstream italiani è orientata a preservare l’idea che una donna sia al mondo innanzitutto per essere guardata.
Giulia Blasi, scrittrice e giornalista, è l’autrice della trilogia femminista Manuale per ragazze rivoluzionarie. Perché il femminismo ci rende felici (2018), Rivoluzione Z: diventare adulti migliori con il femminismo (2020) e Brutta. Storia di un corpo come tanti (2021).
Nata a Pordenone il 14 novembre 1972, è romana d’adozione.
Nel 2017 ha ideato la campagna #quellavoltache, con lo scopo di raccogliere e rendere note le testimonianze vittime di molestie e abusi sessuali, raccontando non solo i singoli episodi, ma anche le conseguenze sulle loro vite e l’eventuale corso delle loro denunce. La campagna era partita pochi giorni prima della più famosa #MeToo.
Dal 2017 insegna Digital Features nel Master in Fashion Communication allo IED di Milano. Dall’anno seguente è anche docente all’Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie di Roma, dove tiene il corso di Graphic Design per il modulo di Semiotica e Teoria della Percezione della Forma. Lavora sulla lettura delle campagne pubblicitarie, decostruendole per comprendere come cambia la comunicazione a seconda del periodo storico e del contesto sociale.
Grande divulgatrice, tiene molti incontri pubblici come speaker e moderatrice.
Nel 2019 ha partecipato a TEDx Vicenza, on un talk intitolato Leading the Revolution parlando di leadership femminile e femminista.
Per essere donne è un pessimo momento, mentre per essere femministe è un ottimo momento, le due cose sono come le convergenze parallele. Il femminismo diventa più vivace, più feroce, più attivo nel momento in cui le cose vanno male. E in questo momento le cose vanno oggettivamente male.
#unadonnalgiorno