Gianna Nannini, cantautrice e musicista è, senza alcun dubbio, la regina del rock italiano.
Con la sua grinta intramontabile, la voce graffiante capace di toccare le corde più recondite dell’anima, dopo quasi cinquant’anni di carriera, continua, con trascinante energia, a esaltare le folle che accorrono ai suoi concerti.
Dal 1976, ha pubblicato trentuno dischi e venduto milioni di copie, conquistando innumerevoli dischi di platino.
Simbolo della libertà femminile, le sue canzoni hanno fatto la storia della musica italiana.
Insolito ibrido di toscanità e respiro internazionale, è amata da pubblico e critica. Ha pubblicato dischi in Europa, Australia, Sud America, Stati Uniti, Canada e Corea del Sud e suonato coi più grandi musicisti esibendosi in importanti contesti internazionali.
Nata a Siena il 14 giugno 1954, nella contrada dell’Oca, da Giovanna Cellesi e Danilo Nannini, noto industriale dolciario, è cresciuta in un ambiente privilegiato e formale che le è sempre stato stretto.
Per racimolare il denaro che le sarebbe servito per andare a vivere fuori casa, la mattina presto, prima di andare a scuola, lavorava nell’impresa del padre. Per l’inceppo di una macchina, si era tagliata due falangi della mano sinistra, incidente che aveva compromesso lo studio del pianoforte classico, facendola fermare al quinto anno del Conservatorio di Lucca.
Finito il liceo, a 18 anni, è scappata via di casa per andare a Milano e rincorrere il suo sogno di fare musica, desiderio osteggiato totalmente dal padre, che desiderava per lei un destino diverso
Dopo aver peregrinato per farsi ascoltare dalla gente giusta, è stata ingaggiata dalla Numero Uno, casa discografica di Mara Maionchi e Claudio Fabi che, all’inizio, l’avevano scritturata come voce femminile del gruppo Flora Fauna Cemento.
Nel 1976 è uscito il suo primo album Gianna Nannini, pubblicato con Ricordi. Per i contenuti femministi come nel brano Morta per autoprocurato aborto, ha suonato in diversi festival organizzati dal movimento delle donne.
La fama è arrivata nel 1979, dopo un’esperienza negli Stati Uniti, col disco California, anticipato dal fortunatissimo singolo America che le ha portato un successo internazionale. Metafora sulla masturbazione, sulla copertina c’è la Statua della Libertà con in mano un vibratore a stelle e a strisce.
Da lì la sua strada è stata tutta in ascesa, ha sperimentato stili diversi, trovato un‘identità mediterranea, collaborato con grandi producer esibendosi e collezionando dischi di platino in tutta Europa.
Nel 1983 ha avuto un crollo psicologico che le procurava allucinazioni e attacchi di panico. Forse a causa dei troppi impegni assunti, abusi di droghe, la pressione della richiesta di sfornare nuove hit entro i tempi stretti richiesti dalla discografia, le hanno fatto rischiare il ricovero in una struttura psichiatrica. La ripresa piena è arrivata nel 1990, anche se sostiene di essere nata una seconda volta proprio quell’anno.
Il brano Un’estate italiana scritto assieme a Edoardo Bennato su musica di Giorgio Moroder, è stato la sigla di Italia ’90, le sue royalties sono state devolute ad Amnesty International.
Gli anni Novanta sono stati costellati di successi, tour internazionali e impegno sociale. Ha partecipato a numerosi concerti di solidarietà, fatto un tour usando esclusivamente energia solare e iniziato una collaborazione con Greenpeace che l’ha vista protagonista di un’azione eclatante: il 4 luglio del 1995 durante un clamoroso blitz per protestare contro gli esperimenti nucleari nell’atollo di Mururoa, in Polinesia, si è arrampicata sul balcone dell’ambasciata di Francia a Roma. Un’azione simbolica che ha posto l’attenzione sulla causa più di mille parole.
Autrice di colonne sonore per film nei quali, talvolta, ha anche recitato, nel 2002 ha vinto il Nastro d’Argento per le musiche di Momo alla conquista del tempo.
Ha scritto tre libri: IO, un anti-diario a ritmo di rock, biografia del 2006; Stati D’Anima, testi e immagini con suoi pensieri, un racconto di Edoardo Nesi con il progetto visivo di Alberto Bettinetti; Cazzi miei del 2016.
Nonostante i tanti impegni artistici in vari campi, oltre a dischi e tour, ha anche composto PIA, un’opera lirica moderna con libretto di Pia Pera, messa in scena da David Zard.
Si è messa in gioco anche nell’arte. Nel 2007 a Mosca ha presentato l’opera Superficie in ceramica, al Museo d’Arte Contemporanea, prodotta con Carla Accardi e l’installazione Il Terzo Paradiso firmata con Michelangelo Pistoletto presso il National Centre for Contemporary Arts. Del 2009 è la mostra con Emilio Prini, Fotocopiami la voce!, installazione sonora che ha come tema propria la voce. Il sodalizio artistico con Pistoletto si è rinnovato alla Serpentine Gallery di Londra e al MAXXI di Roma nel 2011.
Gianna Nannini è stata più volte premiata come musicista e anche per il suo attivismo in diverse cause sociali.
Nel 2003, durante l’invasione dell’Iraq, è stata due volte a Baghdad per dare il suo contributo alla ricostruzione dell’Accademia delle Belle Arti e alla Scuola di Musica. Ha partecipato al concerto Amiche per l’Abruzzo, al concerto per sostenere le vittime dell’alluvione in Sardegna e a Una. Nessuna. Centomila. Il Concerto il più grande evento musicale di sempre contro la violenza di genere.