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Gertrude Bell esploratrice, archeologa e spia britannica

Gertrude Bell archeologa e spia britannica

Gertrude Bell ha avuto una vita rocambolesca. È stata una viaggiatrice, esploratrice, scrittrice, fotografa, archeologa e spia.

Prima donna laureata all’Università di Oxford,  svolse un’attività segreta di sostegno alla rivolta araba, in supporto a Lawrence d’Arabia, durante la prima guerra mondiale.

Ebbe un ruolo chiave nella creazione del moderno Stato dell’Iraq, contribuendo a tracciarne i confini.

Ha percorso tutti i deserti del Medio Oriente, svolgendo un fondamentale ruolo di mediazione tra i governanti arabi e il governo britannico. Con le sue profonde conoscenze di territori, storia e costumi e le sue capacità diplomatiche, ha contribuito alla definizione e assetto dei territori in quella porzione del mondo che a inizio del secolo scorso era la più contesa tra le grandi potenze.

Veniva chiamata regina senza corona dell’Iraq. È stata l’unica rappresentante del governo britannico che il mondo arabo ricorda con stima. Come forma di rispetto, visto che come donna  non poteva averne, la chiamavano ‘Sir‘ riconoscendole lo status di un uomo.

Era nata in Inghilterra col nome di Gertrude Margaret Lowthian Bell il 14 luglio 1868 a Washington Hall, nella contea di Durham, da una ricca famiglia di industriali. Sua madre morì quando aveva soltanto tre anni, poco dopo il padre si risposò.

Il suo destino sembrava segnato dai suoi natali, come fanciulla di buona famiglia era destinata a trascorrere il suo tempo tra salotti e feste da ballo.

Ma era fatta di un’altra pasta, invece di passare le giornate a ricamare o a suonare il pianoforte, volle studiare. Si laureò in storia a Oxford, una delle poche materie accessibili alle donne dell’epoca.

Votata per altri orizzonti, nel 1892, si recò a Teheran dove suo zio era ambasciatore, questa esperienza venne raccontata nel suo libro Ritratti Persiani.

Tornò varie volte in Oriente, organizzando lunghe spedizioni, documentate nel libro Viaggio in Siria.

Appassionata di archeologia, conosceva il francese, il tedesco, l’italiano, il persiano, il turco e l’arabo. Visitò e visse in quasi tutti i paesi del Medio e vicino Oriente.

Si spostava nascondendo i fucili nei bauli tra i vestiti, senza che nessuno avesse mai a sospettare di lei. Nel 1909, in Mesopotamia conobbe Lawrence d’Arabia con cui collaborò per molto tempo.

Nei vari deserti attraversati in carovana montava sapientemente su cavalli e cammelli. Studiava le rovine archeologiche e documentava ogni cosa. Le sue descrizioni fecero conoscere i deserti arabi al mondo occidentale, che le ignorava.

I beduini la chiamavano El Khatun, la Signora, ne ammiravano il coraggio e la accoglievano con grande ospitalità. Non fu sempre così, a volte le capitò di essere ostacolata da alcuni emiri locali, dal cui fermo riuscì a sfuggire con l’astuzia e le capacità diplomatiche che la caratterizzavano.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, la sua richiesta di un posto operativo in Vicino Oriente fu respinta e si offrì volontaria per la Croce Rossa in Francia. Nel novembre del 1915, però, fu convocata al Cairo dall’appena costituito Arab Bureau, di cui divenne, successivamente, Segretaria per l’Oriente. 

Per la sua profonda conoscenza dei territori e le capacità di mediazione con i capi delle tribù, divenne la prima donna ufficiale dell’intelligence militare britannica. Come si può facilmente immaginare, i militari non vedevano di buon grado la presenza di una donna, ma era l’unica in grado di disegnare mappe precise per giungere a Baghdad attraverso vie sicure.

Il suo viaggio personale da Aleppo a Baghdad, venne narrato nelle pagine di Vicino Oriente.

Insieme a Lawrence d’Arabia, iniziò la Rivolta Araba contro l’Impero Ottomano. Fu l’unica donna nel gruppo di orientalisti convocato da Churchill alla Conferenza del Cairo del 1921 per decidere i destini dei territori appartenuti all’Impero Ottomano.

È stata artefice della nascita dello stato iracheno riunì le varie tribù sotto il re Faysal, gradito al Regno Unito che aveva forti interessi nella zona, per proteggere la via di accesso all’India e mantenere un controllo sui ricchi giacimenti di petrolio.

Fondò il Museo Archeologico di Baghdad per salvare e custodire le testimonianze delle culture che aveva ammirato durante i suoi viaggi e scavi. Istituì le prime scuole femminili musulmane a Baghdad, dove continuò a vivere dopo la guerra e dove morì.

Le fatiche per produrre un’eccezionale mole di pubblicazioni, saggi e articoli di corrispondenze, di rapporti d’intelligence, di lavori di elevato contenuto scientifico, di libri bianchi d’inchiesta e le ricorrenti bronchiti cui andava sempre più soggetta, i ricorrenti attacchi di malaria, ebbero alla fine la meglio sulla sua tempra, divenne sempre più emaciata e sofferente.

Morì il 12 luglio 1926, forse per suicidio, sicuramente dopo aver ingurgitato una massiccia dose di sonniferi. Fu sepolta nel cimitero britannico di Baghdad, nel distretto di Bab al-Sharji.

Ai suoi funerali parteciparono tutte le personalità dell’epoca. Tuttora, da più di 90 anni, una famiglia araba si occupa della sua tomba nel cimitero inglese di Baghdad.

In Occidente era stata praticamente dimenticata. La sua storia è tornata alla ribalta nel 2015, con l’uscita del film Queen of the Desert in cui è stata interpretata da Nicole Kidman.

Dai testi delle sue varie corrispondenze e la fotografie che corredavano i suoi diari di viaggio, è stato tratto il documentario Letters from Baghdad.

L’università di Newcastle, che ne custodisce gli scritti, ha realizzato un fumetto che ne racconta le avventure.

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