“Sono convinta che l’uso sociale della macchina fotografica sia nato assieme alla mia presa di coscienza politica. O potrebbe essere il contrario…”
Gabriella Mercadini è la fotografa che ha documentato, dall’interno, i mutamenti radicali della società italiana, cortei e manifestazioni, le lotte operaie e sindacali, il movimento studentesco, il disagio delle classi più povere.
Soprattutto ha vissuto, come protagonista oltre che spettatrice le rivendicazioni femministe, le manifestazioni dopo secoli di silenzio, a cui i fotografi maschi non avevano accesso.
Sempre sulla strada a seguire dal vivo, tra la folla manifestante, con cui solidarizzava. L’impegno sociale e militante, ha caratterizzato tutto il suo lavoro, rigorosamente su pellicola in bianco e nero.
Ha realizzato intensi reportage in Spagna, Portogallo, Russia, Iran, India, Afghanistan, focalizzandosi dapprima sull’interesse antropologico, passando poi a quello sociologico, man mano che aumentava la sua presa di coscienza politica. Ha ripreso gli occhi di bambine e bambini rom nei campi-ghetto, la fatica del lavoro che abbrutisce, il mondo delle prime immigrazioni, l’emarginazione delle persone considerate “diverse”.
Ha fatto della fotografia un uso sociale, uno strumento di emancipazione personale e di indagine politica.
Negli anni si è interessata a tematiche ambientaliste, ha documentato gli sfregi alla natura, il disastro di Seveso. Ha ritratto, a Venezia, sua città natale, durante la mostra del cinema, registi, attori e attrici, nell’intimo della loro autenticità.
L’arte è/e chi la guarda è stata la sua importante ricerca fotografica durata più di trent’anni sul rapporto tra spettatore e opera.
Nel 1976 ha scattato un’immagine emblematica del disagio che aveva portato le donne a ribellarsi. Durante una manifestazione femminista si vede un cartello con la frase ‘Ci ammazziamo di lavoro, ma siamo tutte disoccupate’ mentre su un marciapiede siede una ragazza, con lo sguardo fisso nel vuoto, che tiene tra in braccio un bambino che dorme.
Freelance per scelta, non si è mai legata a nessuna testata o agenzia. Ha collaborato con tutti i più importanti giornali italiani: Il manifesto, l’Unità, Paese sera, Noi donne, Diario, Internazionale, il Corriere della Sera, la Repubblica, Il Messaggero, l’Espresso e altre ancora.
Negli anni ’90 Le mois internationale de la photographie a Parigi le ha dedicato una personale, attingendo dal suo ricchissimo archivio, testimone di quarant’anni di storia italiana visti attraverso lo sguardo di una grande fotografa ancora non sufficientemente conosciuta.
Le sue foto sono state esposte alla Triennale di Milano nella mostra collettiva L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2015
Nel 2019, alla Casa Internazionale delle Donne di Roma, le è stata dedicata una mostra, in cui la sua vita e il suo percorso artistico sono stati rivissuti attraverso il ricordo dell’amico fraterno e collega Tano D’Amico.
Nel 2021 a Todi l’esposizione Bianco, nero e rosso, ha ripercorso gli anni dell’intenso impegno della fotografa, divisa fra reportage e sguardi dell’arte e del cinema, con cento immagini dall’archivio storico del Manifesto.
Gabriella Mercadini ha fatto della fotografia e dell’impegno politico lo scopo della sua vita.
È riuscita a cogliere ciò che altri guardano ma non riescono a vedere, spingendo il suo obiettivo alla ricerca della verità.
Si è spenta il 18 febbraio 2012, a causa di tumore, a Roma, dove viveva.
#unadonnalgiorno