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Frida Escobedo

Frida Escobedo

Frida Escobedo è l’architetta messicana nota per la creazione di opere temporanee e interattive che possono adattarsi a molteplici scopi.

Interviene e restaura spazi urbani, alloggi, centri comunitari, luoghi d’arte e hotel con progetti coraggiosi contraddistinti da audacia, impegno e innovazione.

Concentrandosi su tempo, autenticità e reciprocità nei contesti sociali, il suo lavoro prefigura una nuova era dell’architettura.

È stata la più giovane professionista a progettare il Serpentine Pavilion di Londra nel 2018 e la prima donna a disegnare un’ala del Metropolitan Museum di New York.

Insegna in istituzioni prestigiose come la Columbia University, la Harvard Graduate School of Design e l’Architectural Association di Londra.

Nata a Città del Messico nel 1979, è figlia di un medico che la portava spesso con sé nell’ospedale dove lavorava e dove lei si perdeva a guardare, dalla finestra, i complessi residenziali vicini, cercando di capire come lo spazio rifletteva la personalità delle persone.

Laureata alla Universidad Iberoamericana, ha ottenuto un master in Arte, Design e Public Domain alla Harvard Graduate School of Design.

Nel 2003 ha aperto il suo primo studio, Perro Rojo, assieme ad Alejandro Alarcón, occupandosi di riqualificare aree urbane degradate, insieme hanno firmato il progetto della Casa Negra, uno studio domestico a basso costo, robusto ed elegante allo stesso tempo, costruito in blocchi di cemento e appoggiato su palafitte, che si affaccia verso l’interno dalla periferia di Città del Messico come una macchina fotografica di grande formato.

Nel 2006 ha aperto il Taller de Arquitectura.

Tra i suoi lavori si ricorda il restauro dell’Hotel Boca Chica, il Pabellón del Museo El Eco di Città del Messico e il Civic Stage per la Triennale di Lisbona.

La sua opera più audace è stata la ristrutturazione del cortile di La Tallera nella città di Cuernavaca, che un tempo era l’atelier del muralista messicano David Alfaro Siqueiros poi trasformato in uno spazio pubblico.

Nel 2012 il suo lavoro è stato esposto alla Biennale di Architettura di Venezia, al Mission Cultural Center for the Latino Arts di San Francisco e allo Storefront for Art and Architecture.

Nel 2015 ha progettato una serie di complessi specchiati nel cortile del Victoria and Albert Museum di Londra.

Per la sua progettazione del Serpentine Pavilion, nel 2018, è stata citata da ArchDaily tra le trenta personalità più influenti dell’architettura di Londra. In una sovrapposizione di pubblico e privato, ha incorporato un elemento integrante del design delle case messicane, il cortile appartato e la celosia (parete ventilata perforata), in un contesto specificamente britannico. Il risultato è stato uno spazio interno per la contemplazione e l’isolamento, una camera interpenetrata dalla luce del sole e dall’aria, nel mezzo dei Kensington Gardens.

Nel 2019 ha disegnato una borsa per Ferragamo ispirata all’epoca precolombiana messicana, utilizzando un motivo a blocchi di cemento legato al suo progetto della casa Mar Tirreno 86 a Città del Messico.

Nel 2022 è stata selezionata ad ampliare l’ala Oscar L. Tang e HM Agnes Hsu-Tang del Metropolitan Museum of Art. Seimila metri quadrati interamente dedicati all’arte moderna e contemporanea che affrontano le necessità di accessibilità, infrastruttura e sostenibilità.

Nel 2024, insieme allo studio Moreau Kusunoki, è stata scelta per la ristrutturazione del Centre Pompidou di Parigi.

Voce indispensabile nell’architettura, parte dalla storia dei luoghi ponendo grande attenzione al contesto e alle persone che li vivranno.

Tra i tanti riconoscimenti ricevuti per il suo lavoro, l’ultimo è stato il Premio Charlotte Perriand per “la capacità eccezionale di fondere forma e funzione, un approccio visionario e un profondo impatto sul campo”.

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