Franca Helg, nata a Milano nel 1920, è stata architetta, designer e accademica italiana. Figura centrale nella storia dell’architettura del ‘900.
Conseguita la laurea al Politecnico di Milano nel 1945, è stata da subito attiva sia nel campo della progettazione architettonica che nel design industriale.
Nel 1951, si è associata con Franco Albini, uno dei principali esponenti del Razionalismo, collaborazione che durerà fino alla morte dell’architetto, nel 1977.
Insieme hanno realizzato edifici, musei, allestimenti e oggetti, entrati a far parte della storia dell’architettura e del design.
Alcune tra le tante opere importanti sono stati i magazzini romani La Rinascente, le Terme Zoja di Salsomaggiore, il Museo degli Eremitani a Padova, la Metropolitana 1 di Milano.
Sintetica e rapida, non accettava passivamente le regole, ma preferiva porsi in maniera critica nei confronti di maestri e correnti architettoniche, consapevole dell’importanza di saperne rielaborare e filtrare gli insegnamenti.
Docente di Composizione Architettonica, prima allo IUAV di Venezia, poi al Politecnico di Milano, ha insegnato design all’Università Tecnica di Monaco e alla Facoltà di Architettura dell’Università Cattolica di Córdoba, in Argentina. Ha tenuto innumerevoli seminari di specializzazione in Spagna, Ecuador, Colombia, Perù e Brasile.
Ha sviluppato progetti di tipo sociale, legati alla conservazione dei centri storici, in molti paesi del mondo.
Franca Helg ha saputo sapientemente fondere modernità e classicità, razionalità e creatività.
Sempre attenta alla ricerca del nuovo, rispettando però la tradizione, con il rigore metodologico che la contraddistingueva, ha dato vita a esiti di raffinata eleganza e di ineguagliata semplicità, sempre avulsi dalle mode culturali del momento e scevri da ogni rigurgito di accademismo.
Considerando l’architettura “esperienza del reale”, per Franca Helg, ricerca e pratica progettuale sono state tutt’uno.
Ha portato avanti il suo impegno professionale e culturale fino al 1989, anno della sua morte.
“Per lo spirito di quell’epoca, io, una delle poche studentesse del Politecnico, io, che ho inseguito le mie passioni, che mi sono fatta spazio fra un folto gruppo di uomini nell’insegnamento e nella carriera di architetto, io, ero considerata ‘contro natura’. L’architettura è un’esperienza del reale“.
Franca Helg ha esercitato, con tenacia e rigore, la sua professione in un periodo in cui questa era di totale appannaggio degli uomini. Le poche donne che la praticavano venivano offuscate dai colleghi maschi e ancora oggi vengono raramente citate nella storia dell’architettura.
È riuscita a imporsi con autorevolezza, eleganza e determinazione in un contesto professionale prevalentemente maschile, agguerrito e competitivo.
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