Malalai Joya è attivista, scrittrice ed ex-politica afghana.
L’Afghanistan è uno dei paesi più corrotti al mondo, non ci possono essere elezioni vere. Il voto viene espresso solo per legittimare il prossimo presidente supportato dagli Stati Uniti.
La speranza viene dai bambini che dopo esser stati feriti per un attentato a scuola, vogliono tornarci presto.
Dalle donne, che dopo lo scandalo sessuale di stupri delle giocatrici di calcio, continuano a giocare.
Tanti altri esempi dalla generazione di guerra e di costruzione della generazione futura.
E viene dalle persone grandi del mondo, attivisti per la pace, amanti della giustizia: sono quelli che non ci dimenticano, come i giornalisti coraggiosi che scrivono affinché l’Afghanistan non sia di nuovo terra abbandonata.
Malalai Joya è stata deputata nel 2005. Le sue denunce pubbliche sulla presenza in Parlamento di signori della guerra, portarono alla sua sospensione, nel maggio del 2007.
Varie proteste e appelli a favore del suo reinserimento sono stati firmati da scrittori, intellettuali e politici.
Malalai vive sotto scorta da anni, una scorta non pagata dal governo, ma da lei stessa e dai suoi numerosi sostenitori, innanzitutto in Afghanistan e in tutto il mondo.
Oltre a numerosi riconoscimenti, Malalai Joya ha vinto nel 2007 il premio Sakharov per la Libertà di Pensiero del Parlamento Europeo e ha scritto un libro sulla sua storia pubblicato in Italia da Piemme (“Finché avrò voce. La mia lotta contro i signori della guerra e l’oppressione delle donne afghane”, 2011).
Malalai Joya è stata citata dal Time tra le cento persone più influenti dell’anno 2010, il Guardian l’ha inserita tra le più grandi attiviste del 2011.