attivismodiritti umanifemminismi

Fannie Lou Hamer

Fannie Lou Hamer

Sono stufa di essere stufa.

Fannie Lou Hamer, attivista per il suffragio e i diritti delle donne, è stata una leader del movimento per i diritti civili statunitense.

Nacque il 6 ottobre 1917 nella Contea di Montgomery, Mississippi, in una famiglia di mezzadri che lavorava in un latifondo.

Da bambina aveva frequentato la scuola aperta tra le stagioni del raccolto, era molto brava, ma a dodici anni fu costretta a ritirarsi per aiutare la famiglia. Raccoglieva dai 90 a 140 chili di cotone al giorno, nonostante fosse affetta da poliomielite.

Sapeva che l’emancipazione passa attraverso le conoscenza e sebbene fosse impossibilitata ad andare a scuola, continuava a leggere e interpretare la Bibbia in chiesa. Quando la proprietaria della piantagione dove lavorava apprese le sue doti la volle come sua archivista. 

Intanto era stata sterilizzata a sua insaputa da un medico bianco che agiva in ottemperanza a una campagna di controllo della popolazione nera.

Si avvicinò al movimento per i diritti civili negli anni ’50 ascoltando i leader del movimento locale alle conferenze annuali del Regional Council of Negro Leadership (RCNL), gruppo di lotta e auto aiuto per le comunità nere.

Apprese che anche la gente nera aveva il diritto a votare grazie ai volontari dello Student Nonviolent Coordination Committee. Decise quindi di andare in tribunale a registrarsi per il voto, una scelta molto pericolosa, rischiava di essere licenziata, picchiata e perfino linciata.

L’unica cosa che avrebbero potuto farmi era uccidermi, e mi sembrava che lo facessero poco alla volta da quando avevo i miei primi ricordi.

Il 31 agosto 1962 si fece notare perché, durante il tragitto per andare in tribunale cantava inni per tirar su il morale dei compagni. Non superò il test per la registrazione, che chiedeva di spiegare le leggi di fatto, sistema creato apposta per impedire alle persone nere di votare. Rientrata nella piantagione venne picchiata, le tolsero il lavoro, la casa, la terra e tentarono di intimorirla con una sparatoria.

Successivamente, brillando per capacità e impegno, venne impiegata come segretaria di campo per la registrazione degli elettori e per i programmi di welfare dello Student Nonviolent Coordination Committee. Per ben tre volte tentò la registrazione per il voto, per poi scoprire che una legge le impediva comunque di esercitare quel diritto, perché si richiedeva una doppia entrata fiscale.

Ha partecipato a molte conferenze sulla leadership dei cristiani del sud (SCLC) raccogliendo firme per le petizioni per ottenere risorse federali per le famiglie nere povere.

Nel 1963, mentre si recava a una manifestazione, venne picchiata efferatamente coi suoi compagni e poi arrestata con l’accusa di aver mangiato in un ristorante per bianchi. Il pestaggio le lasciò pesanti conseguenze fisiche e psichiche, tra cui un coagulo di sangue sull’occhio sinistro e danni permanenti a un rene. Ma l’efferato episodio non fece che accrescere il suo impegno nella lotta per i diritti politici, al fianco dei maggiori leader del movimento.

Nell’estate del 1964 ha contribuito a fondare il Mississippi Freedom Democratic Party (MFDP), che sfidava la delegazione di soli bianchi, alla Convention nazionale dei Democratici.

In una diretta tv seguita da milioni di persone, Fannie Lou Hamer ha parlato alla “Commissione delle Credenziali” spiegando come veniva impedito alla popolazione nera di esercitare il proprio diritto di voto attraverso tassazioni illegali e intimidazioni. Anche grazie alla risonanza mediatica del suo discorso, il MFDP ottenne definitivamente il seggio al Congresso e lei venne eletta delegata del partito nazionale.

Ha lavorato sui programmi di base di Head Start e di Martin Luther King. Nel 1967 ha pubblicato la sua autobiografia.

Per abolire la condizione di post schiavitù della mezzadria, fondò la Cooperativa Freedom Farm, nel tentativo di ridistribuire il potere economico tra le persone afroamericane.

Ha collaborato con il Consiglio nazionale delle donne nere (NCNW) per stabilire un programma di sostegno interrazziale e interregionale chiamato The Pig Project per fornire proteine a persone che non potevano permettersi la carne.

Nel 1971 ha co-fondato il National Women’s Political Caucus, insistendo sul potere che le donne avrebbero potuto detenere agendo come maggioranza votante nel paese.

È morta di muore di tumore al seno il 14 marzo 1977, a Mound Bayou, aveva 59 anni. Sulla sua lapide è stata incisa una delle sue famose citazioni, “Sono stufa di essere stufa“.

Nella sua frenetica vita, Fannie Lou Hamer, aveva anche conseguito un dottorato in giurisprudenza presso la Shaw University ed era stata insignita di tre lauree honoris causa in diverse università statunitensi.

 Nel 1993 è stata inserita nella National Women’s Hall of Fame.

È rimasta un punto di riferimento per tutte e tutti coloro che lottano per i diritti civili, negli Stati Uniti e nel mondo intero.

 

#unadonnalgiorno

You may also like

Adele Faccio
femminismi

Adele Faccio

Non esiste libertà che non passi dalla libertà sessuale.  Adele Faccio, attivista e ...

Comments are closed.

More in attivismo

Fatima Ouassak
attivismo

Fatima Ouassak

Solo un progetto di liberazione dal sistema coloniale-capitalista potrà contribuire a risolvere il ...
Emma Sulkowicz
arte

Emma Sulkowicz

Il materasso rappresenta un luogo privato dove avviene gran parte della vita intima. ...