È da tutta la vita che sono una persona nera. Non l’ho scelto ma so benissimo cosa vuol dire. Spesso però sono gli altri a non saperlo, a dimenticarlo. Sono nera, italiana, donna, e scrivo.
Espérance Hakuzwimana Ripanti, scrittrice e attivista che usa la narrazione come strumento per portare avanti la sua lotta di donna nera in paese che le ricorda il colore della sua pelle da quando ci ha messo piede.
Fa parte di Razzismo brutta storia, movimento che lavora con giovani, associazioni, scuole, carceri e biblioteche per smontare gli stereotipi alla base di tutte le discriminazioni. Ha un programma che parla di libri e attualità a Radio Beckwith Evangelica.
Nata in Ruanda il 9 settembre 1991, negli anni del genocidio, ha vissuto in un orfanotrofio per tre anni prima di essere portata in un centro di accoglienza improvvisato nella provincia di Brescia da dove è stata poi adottata da una famiglia italiana.
Nel percorso di crescita e ricerca della sua identità, sin da bambina, i libri sono stati il suo rifugio e conforto. Le parole il suo mezzo espressivo, il bisogno e il dovere di raccontare.
Ha studiato Scienze Politiche all’Università di Trento e nel 2015 si è trasferita a Torino per frequentare la Scuola Holden dove si è specializzata in giornalismo, media e comunicazione.
Dopo una vita trascorsa a rispondere a domande e curiosità altrui, sulle sue origini, sulla sua pelle, sulle sue opinioni, ha iniziato a servirsi della scrittura come strumento per riappropriarsi del suo spazio ed esporsi, rivelarsi, a modo suo, nei suoi termini, alle sue condizioni.
Il suo debutto letterario è stato col racconto Lamiere nell’antologia curata da Igiaba Scego dal titolo Future. Il domani narrato dalle voci di oggi, del 2019. La narrazione di undici donne italiane afrodiscendenti che raccontano il loro passato per creare un legame con il futuro.
Nello stesso anno è uscito il suo primo libro E poi basta. Manifesto di una donna nera, edito da People, che racconta i passaggi che l’hanno portata a scoprire chi è e chi può essere.
Racconta di come ha vissuto sul proprio corpo le conseguenze del razzismo, di come è stata dissuasa a prendere parola e impegnarsi pubblicamente, di come ha scoperto che cosa significhi essere donna e nera in Italia, attraverso episodi minuti, quotidiani, usando prosa, lettere, citazioni, pezzi di diario, elenchi, attraverso le frasi che si è sentita ripetere in ogni luogo e attraverso i libri di altri e altre. Un saggio, una biografia, una ballata, un manifesto: la storia della sua lotta contro i pregiudizi e la ricerca di soluzioni, tra il buio e la luce del sole.
È del 2022 il suo secondo romanzo, Tutta intera, edito da Einaudi. Storie d’identità, paura del diverso e desiderio di appartenenza. Di discendenze lontane e di un domani che si esige nelle proprie mani. Raccontate da Sara, un’insegnante che credeva di vedersi tutta intera, invece si accorge di dover ancora mettere insieme molti pezzi. Uno sguardo sul mondo completamente nuovo e urgente.
Espérance Hakuzwimana ha una scrittura fluida, coinvolgente, necessaria e una dialettica virtuosa, sa dosare le parole giuste per comunicare e raccontarsi, come stilettate che costringono a bagni di realtà. Una piccola grande donna, minuta e potente che, parafrasando una sua affermazione, non rappresenta i nuovi cittadini, ma i prossimi.
#unadonnalgiorno