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Emmy Noether la più importante matematica

Emmy Noether matematica

Emmy Noether, matematica tedesca, si è occupata di fisica matematica, teoria degli anelli e algebra astratta. Con il suo teorema, ha rivoluzionato il mondo maschile della scienza degli anni Venti.

Nata e cresciuta nel momento in cui gli ostacoli di genere dissuadevano le donne dal perseguire l’istruzione superiore, Emmy Noether ha superato tutte le probabilità per diventare una matematica epocale. Genio fenomenale la cui rivoluzione ha portato la matematica a livelli meravigliosi. Il suo nome è sinonimo di soluzioni di grande ingegno e rigore senza precedenti. È di gran lunga la più grande matematica mai vissuta. Non c’è nessuno nell’intera storia umana, abbastanza grande da competere con lei nell’algebra astratta.

Nata il 23 marzo del 1882 a Erlangen, figlia del matematico Max Noether, uno dei più noti studiosi di geometria algebrica del tempo, e di Ida Amalia Kaufmann, proveniente da una ricca famiglia ebrea. Terminati gli studi secondari, la giovane Emmy Noether, non può subito accedere all’università, allora preclusa alle donne. Fino alla prima guerra mondiale esistevano in Germania professori che si rifiutavano di fare lezione se erano presenti donne in aula. Riesce a frequentare le lezioni solo nel 1904 quando l’ateneo della sua città apre definitivamente le porte all’iscrizione femminile. Recupera rapidamente il tempo perduto, laureandosi con lode nel 1907, in soli tre anni con una tesi sulla teoria degli invarianti algebrici.

Lavora all’Istituto di Matematica per sette anni, senza essere retribuita. Si arrangia con vari lavoretti, lezioni semi-ufficiali e mal pagate alla locale università e assistenza scientifica all’anziano padre professore. Sono anni però fecondi, nei quali può collaborare con matematici di altissimo livello alla fondazione delle basi della teoria della relatività generale di Albert Einstein. Nel 1915 viene invitata da David Hilbert e Felix Klein a far parte del Dipartimento di Matematica dell’Università Georg-August di Göttingen. Alcuni membri della Facoltà di Filosofia si oppongono, sostenendo che una donna non può essere una docente, così trascorre quattro anni tenendo lezione a nome di Hilbert. Nel 1919 chiede l’abilitazione all’insegnamento che le era stata rifiutata anni prima, malgrado il diretto appoggio di Hilbert, il quale se ne lamentò anche in pubblico, non riuscendo a capire come il sesso potesse essere un impedimento. “In fin dei conti siamo un’università non uno stabilimento balneare”, dice ai suoi colleghi. Nel 1919 le viene infine concesso di sostenere l’esame per l’abilitazione, che ottiene nel maggio, continuando però a insegnare senza stipendio fino al 1923. Durante gli anni trascorsi a Göttingen ottiene rispetto e stima a livello mondiale per i suoi innovativi lavori matematici, viene invitata a tenere una sessione plenaria del Congresso Internazionale dei Matematici di Zurigo del 1932.

La sua dedizione verso i suoi studenti è enorme,  ricorrevano a lei per qualsiasi problema, anche di carattere privato. La sua generosità e la dedizione verso i propri allievi erano proverbiali. Sempre pronta a condividere il suo patrimonio di idee con chiunque fosse in grado di seguirla. Per anni ha curato la pubblicazione di articoli per i Matematische Annalen, senza figurare ufficialmente.

Nel 1933 il regime nazista le vieta l’attività di insegnamento in quanto ebrea, pacifista e simpatizzante marxista, deve abbandonare l’università e tutto il suo mondo di colleghi, amici e allievi amatissimi. È costretta a riparare negli Stati Uniti, ma il fatto di essere una donna le impedisce l’accesso ai centri di ricerca più prestigiosi, come l’Università di Princeton, dove vengono invece accolti Einstein e Weyl. Gli Stati Uniti improvvisamente si ritrovano incredibilmente arricchiti del fior fiore degli scienziati europei. Viene assunta allora al Bryn Mawr College in Pennsylvania.

Muore il 14 aprile 1935 a seguito di un’infezione contratta durante un’operazione chirurgica per l’asportazione di un carcinoma.

Il 3 maggio 1935, Albert Einstein le scrive un necrologio sul New York Times.

Nei giorni scorsi un eminente matematico, la professoressa Emmy Noether, che in precedenza ha lavorato nell’Università di Göttingen e negli ultimi due anni ha fatto parte del Bryn Mawr College, è morta a cinquantatre anni. Secondo il giudizio dei più competenti matematici contemporanei Fräulein Noether è stata il genio matematico più importante da quando le donne hanno avuto accesso all’istruzione superiore”.

Altri attestati arrivano da tutti i colleghi, viene definita la donna più importante della storia della matematica, equivalente a quello che Marie Curie era stata per la fisica.

Il Teorema di Noether è uno strumento fondamentale della fisica e viene insegnato regolarmente nella teoria quantistica dei campi e in fisica delle particelle

Mette in luce nel campo della fisica teorica una profonda connessione tra simmetrie e leggi di conservazione. 

Malgrado la rilevanza delle sue ricerche, per Emmy Noether le porte dell’accademia non si aprono. Il suo lavoro principale, intitolato Invariante Variationsprobleme, potrà essere presentato nella riunione di luglio 1918 della Reale Società delle Scienze di Göttingen solo per bocca del suo tutor Felix Klein. La donna non viene ammessa come membro della Società e forse non era neanche presente tra il pubblico. Klein si limitò a ringraziare Fräulein Noether per la sua collaborazione, o poco più.

Sebbene il suo nome sia indissolubilmente legato oggi al teorema, le altre sue ricerche riguardano settori della matematica diversi dal calcolo delle variazioni. Notevoli sono stati i suoi contributi in particolare nell’algebra astratta: dalla scoperta degli anelli – poi detti noetheriani – fino alla più moderna algebra non-commutativa, passando per la teoria degli ideali e la teoria algebrica dei numeri. Molta dell’algebra moderna può dirsi riconducibile ai suoi fondamentali lavori.

Dopo la sua morte, per molti anni il teorema di Noether non verrà molto menzionato, dimenticato anche dai suoi amici più vicini. A partire dagli anni Cinquanta, diverrà un punto imprescindibile anche per la nuova fisica delle interazioni deboli e forti.

Malgrado il destino abbia impedito la creazione di una vera e propria scuola di Emmy Noether, sono molti coloro che possono definirsi oggi suoi discepoli.

Attualmente il teorema di Noether è uno strumento fondamentale nell’arsenale del fisico teorico e viene insegnato correntemente in teoria quantistica dei campi e in fisica delle particelle, ma probabilmente la maggior parte degli algebristi non ne ha mai sentito parlare, interessa solamente i fisici i quali, per la maggior parte, continuano a loro volta a ignorare l’esistenza degli anelli di Noether.

#unadonnalgiorno

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