Eliza Scidmore è stata viaggiatrice instancabile, giornalista, fotografa e prima corrispondente della National Geographic Society, di cui fece parte anche del consiglio d’amministrazione.
Nacque il 14 ottobre 1856 a Madison, nel Wisconsin. Quando era ancora una bambina la sua famiglia si trasferì a Washington D.C. dove la madre gestiva una pensione.
Fu presto attirata dal giornalismo e fu tra le prime ad essere assunte come corrispondenti per la stampa. Pubblicò i primi articoli all’età di 19 anni arrivando a scrivere anche per il New York Times.
Nel 1883 si imbarcò su un piroscafo postale diretto in Alaska, all’epoca ancora terra inesplorata per gli statunitensi. I suoi articoli fecero scalpore e andarono a formare il primo libro mai scritto su quel territorio.
Visitò l’Europa, l’India, la Cina, le Filippine, Giava.
Giunse alla volta del Giappone, ne raccontò i terremoti e gli tsunami, scalò il monte Fuji, ma ciò che più la colpì fu la bellezza effimera e intensa dei fiori di ciliegio, a cui consacrò non solo le tinte più lievi della sua tavolozza, come dimostrano le sue fotografie ritoccate a colori, ma una lunga fase della sua stessa esistenza. Venne catturata e incarcerata a Matsuyama durante la guerra russo-giapponese mentre raccoglieva notizie e scattava fotografie.
Prima donna a ricoprire un ruolo importante nella National Geographic Society, divenne una grande scrittrice di guide dei luoghi che aveva visitato.
Tornata negli Stati Uniti, dopo due decenni di mobilitazione, riuscì a far piantare diverse migliaia di ciliegi al West Potomac Park di Washington ai quali, ancora oggi, viene dedicato un importante festival.
Molti dei suoi libri di viaggio e delle sue guide sono stati pubblicati in numerose edizioni anche dopo la sua morte, avvenuta il 3 novembre 1928.
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