Elena Poniatowska, scrittrice e giornalista, è tra le voci più potenti della letteratura latinoamericana.
Ha documentato tutti i principali movimenti sociali degli ultimi settant’anni e scritto più di 40 libri che, con generi diversi, narrano la storia moderna del Messico.
Le sue cronache sono definite polifonia testimoniale.
Ha ricevuto riconoscimenti e premi internazionali e nazionali, tra cui il Premio Cervantes nel 2013, prima scrittrice messicana e quarta donna al mondo. Coi soldi del premio ha creato una fondazione per incrementare la cultura e alfabetizzazione delle donne.
Nata a Parigi, il 19 maggio 1932, discende da parte di padre dell’ultimo re polacco e da parte di madre da aristocratici messicani.
Era ancora una bambina quando si rifugiarono in Messico durante l’occupazione nazista.
Ha studiato negli Stati Uniti e tornata in Messico, nei primi anni Cinquanta, ha iniziato a lavorare come reporter per il giornale Excélsior. Firmandosi col nome di Hélène, ha intervistato personaggi di rilievo del mondo culturale come la cantante Amália Rodrigues, Manuelita Reyes, la pittrice María Izquierdo, lo scrittore Juan Rulfo e l’attrice Dolores del Río. Ha pubblicato, per un anno, un’intervista ogni giorno.
Dal suo incontro con Diego Rivera, ha tratto, nel 1978, un romanzo epistolare intitolato Querido Diego, te abraza Quiela.
Alcune delle sue numerosissime interviste sono state raccolte in Palabras Cruzadas (1961) e Todo México (1990).
Molto presto ha iniziato a interessarsi sempre più di questioni sociali e del ruolo delle donne messicane.
Nel 1954 ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti scritti durante il soggiorno statunitense, Lilus Kikus.
Nel 1963 ha scritto Todo empezó el domingo.
Dal suo incontro con Josefina Bohórquez, che le ha aperto il mondo sotterraneo della capitale, è nato il libro Hasta no verte Jesús mio.
Nel 1969 ha acquisito formalmente la nazionalità messicana.
Il suo lavoro nelle carceri federali, dove ha intervistato celebri criminali, ponendola sotto l’attenzione della polizia politica, le ha dato modo di raccogliere preziose testimonianze sull’insabbiamento da parte del governo del Massacro di Tlatelolco, avvenuto il 2 ottobre 1968, quando i soldati uccisero centinaia di studenti che manifestavano.
Il romanzo storico che ne è stato tratto, il suo libro più famoso che è uscito nel 1971, dal titolo La noche de Tlatelolco, le è valso il Premio Xavier Villaurrutia ed è stato uno dei libri più venduti nella storia del Messico.
Negli anni Settanta, ha raccontato il dolore di chi ha perso i familiari fatti scomparire dal governo perché oppositori politici.
Nel libro Nada, nadie: Las voces del temblor sul terremoto del 1985, ha dimostrato come l’incompetenza e la incuria del governo e del settore privato avessero contribuito all’impressionante numero di vittime – almeno cinquemila.
Molte università statunitensi l’hanno invitata per raccontare il suo paese, parlare dell’incontro tra giornalismo e letteratura e commentare il movimento femminista latinoamericano.
Nel 2004 le è stata conferita la Legion d’Onore francese.
A partire dal 2007, il Ministero della Cultura messicano, ha istituito il Premio Elena Poniatowska, per la letteratura ispano americana.
Nel 2011 è stata creata la Fondazione che porta il suo nome che ha l’obiettivo di organizzare, diffondere e preservare il suo archivio storico e sostenere i gruppi sociali da lei rappresentati nelle sue opere e promuovere il dibattito pubblico sulla cultura messicana.
Nel 2022, per il suo 90° compleanno, il Ministero della Cultura del Paese le ha organizzato un omaggio nazionale al Palazzo delle Belle Arti.
Nell’aprile 2023 le è stata assegnata la Medaglia Belisario Domínguez, il più alto riconoscimento concesso dal Senato del Messico, per la sua eccezionale carriera letteraria e giornalistica.
Omaggiata con diverse lauree ad honoris, continua, imperterrita, nonostante la sua bella età, la sua attività di commentatrice politica e scrittrice.
Tiene ancora una rubrica settimanale su un quotidiano nazionale dove dimostra la sua straordinaria abilità nel far sì che presidenti, assassini, vittime di crimini inqualificabili, si aprano e si raccontino.
Enorme è il suo impatto sulla cultura e la società messicana e inestimabile il suo contributo alla letteratura internazionale.
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