È autrice di titoli di successo, come Quem tem medo do feminismo negro? e Pequeno Manual Antiraccista.
Editorialista per le testate Folha de Sao Paolo e Marie Claire Brasil, il suo volto e il suo pensiero sono noti anche in tutto il mondo. È stata ospite della televisione cinese Chinese Global Television Network (CGTN) e di Al Jazeera.
Nel 2019, Djamila Ribeiro è stata inserita dalla BBC nella lista delle 100 donne più influenti del mondo, come figura impegnata nel movimento per i diritti delle donne afrodiscendenti.
Ha ricevuto molti riconoscimenti internazionali tra cui, nel 2019, il prestigioso Prince Claus Awards, premio legato al ministero degli Affari Esteri dell’Olanda.
È anche molto popolare come blogger e sui social network.
Insieme agli impegni accademici, Djamila Ribeiro porta avanti il suo impegno come attivista politica, lavorando per il gruppo Promotoras Legais Populares, che forma leadership femminili nelle periferie dello Stato di San Paolo e tiene conferenze nelle aree periferiche di tutto il Paese.
Per pensare al futuro è prima necessario riconoscere gli errori del passato. Solo affrontando il colonialismo e le sue conseguenze, sarà possibile coesistere con dignità.
Le sue ricerche in filosofia politica si intrecciano all’attivismo antiazzista, pro-Lgbt e antimachista. Con riferimenti frequenti e puntuali al pensiero e alle pratiche di femministe sudamericane razzizzate, il suo pensiero confuta la neutralità della conoscenza sottolineando l’importanza e la necessità di rompere con l’idea della voce e della storia unica.
Pensare al luogo della parola vuole dire situarla nel luogo dove è nata, individuare il sistema delle gerarchie e delle oppressioni entro cui ha resistito. Le donne nere hanno occupato per secoli uno spazio in sospensione, ai margini della razza e del genere, in uno spazio inascoltato e invisibile ai dibattiti politici e accademici.
Se per Simone de Beauvoir la donna è l’Altro perché non ha la reciprocità dello sguardo maschile, per Grada Kilomba la donna nera è l’Altro dell’Altro, posizione che la mette in un luogo di ancor più difficile reciprocità.
Djamila Ribeiro rompe il discorso egemonico della società suprematista bianca e patriarcale per trovare il proprio «luogo della parola» che riconosca il valore della propria esperienza individuale, quella di soggetto minorizzato e invisibilizzato che coopera con altri soggetti.