Debora Kayembe, avvocata per i diritti umani, ex rifugiata, è la prima rector nera dell’università Edimburgo, una delle più prestigiose e antiche del Regno Unito.
Terza donna a ricoprire questo importante incarico di rappresentante degli e delle studenti, ruolo in passato assegnato a primi ministri, come Winston Churchill e Gordon Brown.
È stata nominata il 6 febbraio e assumerà l’incarico a partire dal primo marzo 2021. Il mandato dura tre anni.
La sua agenda sarà incentrata sulla lotta al razzismo e la promozione della diversità nell’istruzione superiore.
Debora Kayembe, nata nella Repubblica Democratica del Congo, a Kinshasa nel 1975, in una famiglia benestante molto vicina a Mobutu. Ha deciso di studiare giurisprudenza perché trovava inaccettabile la disparità sociale e il modo in cui viveva gran parte della sua popolazione, nella miseria, senza cibo sufficiente, senza scuola. È diventata attivista per i diritti umani e nel 2000, avvocata specializzata in diritto internazionale.
Si stava occupando di corruzione per la sua organizzazione quando è stata nominata consigliera speciale alla Commissione per i Diritti Umani. Si è trovata così a condurre un’indagine su un massacro di cui aveva raccolto prove schiaccianti che inchiodavano il governo e che l’hanno messa in serio pericolo di morte.
Ha dovuto abbandonare il Congo e nel 2005 ha chiesto asilo in Gran Bretagna, ottenendo lo status di rifugiata e i documenti solo due anni dopo.
Grazie alla sua conoscenza delle lingue (oltre all’inglese, parla francese, lingala, kikongo e swahili), ha trovato lavoro come interprete e traduttrice per la delegazione locale del Ministero della Salute.
Nel 2011 si è trasferita in Scozia dove, a differenza dell’Inghilterra, il suo titolo professionale viene riconosciuto.
Nel 2012 ha iniziato a lavorare per lo Scottish Refugee Council entrando a far parte del consiglio di amministrazione.
Nel 2016 è stata chiamata a far parte della Royal Society of Edinburgh nella Commissione Africa. A luglio dello scorso anno, sulla scia del movimento Black Lives Matter, ha lanciato la campagna Freedom Walk, un movimento per i diritti civili e contro il razzismo.
In quei giorni, ha avuto un incidente con la sua automobile. Ispezionando il veicolo ha scoperto che le erano stati conficcati dei chiodi in tutte le ruote. Un gesto che ha denunciato in un post su Facebook. Dopo poco, sua figlia è tornata a casa lamentando che l’insegnante in classe le aveva chiesto di fare “il ballo degli schiavi”.
Aveva già subito discriminazioni a sfondo razziale in precedenza, ma quella volta ha deciso di non tacere e non lasciarsi intimidire. Dopo aver affrontato la scuola, ha presentato una petizione al parlamento scozzese per affrontare con urgenza il razzismo nell’istruzione in Scozia, rivedendo i programmi scolastici. Il Parlamento ha accolto la richiesta.
Il messaggio di dialogo e tolleranza di Debora Kayembe, ha attirato l’attenzione dell’Università di Edimburgo, che annovera tra i suoi studenti premier, premi Nobel e campioni olimpionici.
La sua nomina e il suo impegno saranno di sprone e esempio per le generazioni future.
#unadonnalgiorno