Dalida è stata grandissima stella della musica e del cinema francese e italiano.
Ha venduto 130 milioni di dischi in tutto il mondo vinto il primo disco di diamante della storia, nel 1981, creato appositamente per lei.
Nella sua carriera riscuoteva solo successi, nella vita privata accumulava dispiaceri e dolori.
Nacque col nome di Iolanda Cristina Gigliotti da genitori calabresi in una comunità italiana del Cairo il 17 gennaio 1933. Suo padre, Pietro Gigliotti, era primo violino all’Opera del Cairo, sua madre, Filomena Giuseppina d’Alba, era una sarta.
Nel 1954, divenne Miss Egitto, carica che le aprì le porte del cinema. Per affermarsi nel mondo dello spettacolo, lasciò l’Egitto e tentare la fortuna in Europa. Si trasferì a Parigi e presto si accorse che la sua strada era la musica.
Ispirandosi al film Sansone e Dalila, adottò il nome d’arte Dalila, che nel 1956 cambiò in Dalida per registrare il suo primo disco Madona, a cui seguì Bambino, primo in classifica in Francia per 39 settimane nel 1957. Con Bambino Dalida vinse il suo primo disco d’oro.
Nel 1961 sposò Lucien Morisse, direttore di Radio Europe 1, dopo una relazione durata sei anni. Dopo appena un mese divorziarono, lei si era innamorata di un giovane pittore.
Nel 1964 fu la prima donna a vincere il disco di platino per aver venduto oltre 10 milioni di dischi; nello stesso anno seguì il Tour de France cantando più di duemila canzoni lungo i 2900 km percorsi.
Nel 1965 incise Amore scusami, Cominciamo ad amarci e La danza di Zorba, su una base di sirtaki, che divenne un grande successo anche in Italia. In Italia incontrò Luigi Tenco con cui incise Bang Bang che ebbe un grandissimo successo. Tra i due nacque una grande intesa anche sentimentale. Insieme parteciparono a Sanremo con la canzone Ciao amore, ciao nel 1967. La sera del 27 gennaio, dopo la loro esclusione dalla gara, Luigi Tenco si tolse la vita nella sua camera d’albergo. Una storia dai risvolti poco chiari anche per il sospetto che furono inquinate delle prove e che non si tratti di suicidio. Quando Dalida tornò a Parigi, tentò di togliersi la vita nello stesso albergo dove aveva soggiornato con Tenco prima di Sanremo. Venne salvata dall’intervento di una cameriera, si risvegliò dopo 6 giorni in ospedale.
Alla fine dell’anno incise Mama che arrivò prima in classifica. Vinse Canzonissima con la canzone Dan dan dan nel 1968. Fu un periodo di grande successo con tre canzoni in hit parade.
Nello stesso anno le venne conferito il titolo di Commendatrice delle Arti, delle Scienze e delle Lettere dal presidente francese Charles de Gaulle, e ricevette la Medaglia della Presidenza in Italia.
Nel 1970 Lucien Morisse, l’ex marito, si suicidò sparandosi alla testa, evento che le procurò un altro terribile trauma.
Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta intraprese una serie di viaggi in Nepal come percorso di ricerca interiore. Al rientro diede una svolta alla propria carriera tornando a essere tra le interpreti più amate in Italia e in Francia.
Nel 1972 iniziò una burrascosa, relazione durata nove anni con Richard Chanfray, conosciuto come il Comte de Saint-Germain. Due anni più tardi, l’uomo si suicidò insieme alla sua nuova compagna.
Fra gli anni settanta e ottanta, Dalida venne accusata di essere politicizzata a causa della sua vicinanza a François Mitterrand, di cui era amica e che sostenne apertamente durante le elezioni presidenziali del 1981.
Nonostante rimanesse tra le artiste più apprezzate, anche per i ruoli drammatici interpretati a cinema come nel film Il sesto giorno, dal gennaio 1987 si rifiutò di apparire in pubblico.
Il suo ultimo concerto fu ad Antalya, in Turchia.
Una sera licenziò la propria cameriera, dicendole che sarebbe uscita per andare a teatro, fece il girò dell’isolato, imbucò una lettera destinata al fratello e manager Bruno, tornò nella sua abitazione e ingerì una massiccia dose di barbiturici accompagnata con whiskey.
È morta la notte del 3 maggio 1987. Sul comodino lasciò un biglietto che recitava: “Perdonatemi, la vita mi è insopportabile“.
È stata sepolta nel cimitero di Montmartre a Parigi. Sulla sua tomba è presente una statua che la rappresenta con gli occhi chiusi rivolti verso lo spettatore.
Nei suoi 30 anni di carriera, Dalida è riuscita a diventare una star mondiale grazie a un repertorio di circa 2000 canzoni interpretate in tantissime lingue (francese, italiano, egiziano, ebraico, inglese, spagnolo, tedesco, libanese, olandese, greco e giapponese).
Aveva una voce profonda e carismatica, con ingerenze gitane, capace di sommare in sé tutte le donne mediterranee.
Una donna triste, afflitta da un mal de vivre che non le faceva godere dei suoi successi e dell’acclamazione generale. Tre dei suoi uomini si sono suicidati, ella stessa ha tentato di ammazzarsi due volte. Il suo malessere si sublimava nella sua grande arte che non le è bastata per dare un senso alla sua esistenza.
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