Daiara Tukano, artista e attivista conosciuta soprattutto per i suoi murales, pone al centro della sua attività politica e artistica il diritto alla memoria e alla verità per i popoli indigeni.
Affronta temi importanti come ecologia, razzismo, colonialismo e il futuro dell’arte nativa.
È una discendente della comunità Tukano, tra le più grandi del paese e meglio preservate, che proviene dalla regione amazzonica dell’Alto Rio Negro.
È nata a São Paulo, in Brasile, nel 1982.
Sua madre, ricercatrice e antropologa, è stata una delle principali organizzatrici del sistema sanitario pubblico per le popolazioni native.
Daiara Tukano ha trascorso l’infanzia in Colombia, paese natale della madre, che l’ha portata con sé quando si è trasferita a Parigi per un master, lì ha frequentato il primo ciclo scolastico. A 15 anni è tornata in Brasile e, rincontrando la cultura della famiglia del padre, è venuta a conoscenza delle violenze subite dalla sua gente (che ancora oggi vengono perpetuate).
Si è laureata in Arti Visive e Diritti Umani all’Università di Brasilia, dove attualmente ancora vive.
Dal 2001 al 2005 è stata coordinatrice di Rádio Yandê, la prima web radio indigena in Brasile.
L’arte è il suo strumento per riconnettersi con il suo popolo e per riallacciare un legame con il padre Álvaro Fernandes Sampaio Tukano, tra i più importanti leader politici del movimento in difesa dei diritti dei popoli indigeni, che sono stati riconosciuti per la prima volta solo nel 1998. Costretto da bambino a studiare nei collegi dei salesiani che condannando e demonizzando ogni tradizione, impedivano di parlare la lingua madre e praticare i loro culti, è stato perseguitato dalla dittatura militare e accusato di essere un ribelle.
Fino al 1979, la popolazione indigena veniva considerata incapace di intendere e, come i minori, era sotto la tutela legale dello stato. Non venivano considerati cittadini come gli altri, non avevano il diritto di avere un passaporto e per poter uscire dal paese, dovevano avere l’autorizzazione dello stato.
Daiara Tukano ha scelto il mezzo dell’arte e dell’educazione per rivisitare la storia e divulgarla, per ricollegarsi con il passato e la narrativa delle origini. La sua è un’azione politica di resistenza e continuità culturale.
Pone l’arte in un’ottica differente, come cultura dal valore condivisibile, che può essere collocata in uno spazio di dignità e autonomia, per collaborare alla ricostruzione di una memoria che non deve andare perduta.
Nelle sua opera c’è una visionaria esplorazione della mitologia e della spiritualità della sua comunità di appartenenza e del suo profondo legame con la natura.
#unadonnalgiorno