Corita Kent è stata un’artista e educatrice molto particolare. Negli anni ’60 del secolo scorso, le sue vibranti serigrafie hanno ottenuto consensi internazionali. Le sue opere propugnavano messaggi di pace e giustizia sociale.
Nata col nome di Frances Elizabeth Kent il 20 novembre del 1918 nello Iowa, si trasferì, dopo pochi anni a Hollywood con la famiglia. A 16 anni entrò nell’ordine delle Sorelle del Cuore Immacolato di Maria a Los Angeles, famose per essere progressiste e per accogliere favorevolmente la creatività. Divenne così, Suor Mary Corita.
Laureatasi in storia dell’arte all’Università della California, nel 1951, visse in convento per trent’anni, dal 1938 al 1968, dapprima fu insegnante e poi direttrice del dipartimento artistico dell’istituto. Intanto viaggiò per il mondo e venne a conoscenza di tante realtà che portò nel suo lavoro.
Il suo stile d’insegnamento era rivoluzionario. Le sue lezioni erano avanguardia pura, apprezzate da ogni artista che la incontrò.
Incoraggiava i suoi alunni a guardare il mondo attorno con occhi nuovi, con una diversa prospettiva perché ogni cosa è unica.
Il genio è guardare cose ordinarie in modo straordinario, era uno dei suoi motti preferiti.
Il suo lavoro che, in una prima fase, era figurativo e religioso, incominciò, gradualmente, a incorporare immagini pubblicitarie e slogan, testi di canzoni pop, versi biblici e letteratura.
Già all’inizio degli anni ’50, mostrò uno stile estetico e didattico così unico che i membri del clero di tutto il paese arrivano a seguire le sue lezioni.
Nel corso degli anni ’60, la sua arte divenne sempre più politica, affrontando temi come povertà, razzismo, la guerra del Vietnam e le crisi umanitarie.
Negli anni le vennero commissionate molte opere per eventi religiosi e non.
Nel 1962, Corita Kent, ispirata dalle opere di Andy Warhol, produsse la sua prima stampa Pop.
Risale a questi anni il logo prodotto per la rivista Life, in cui compaiono le citazioni di Philip Roth e di Simon & Garfunkel.
Nel 1966 venne nominata tra le nove donne dell’anno per il Los Angeles Times.
Nel 1967 era sulla copertina del numero di Natale di Newsweek Magazine.
I suoi lavori, ispirati dagli artisti Pop contemporanei, se ne differenziavano per un utilizzo continuo e “sociale” della parte testuale, di citazioni o frasi indicanti un messaggio di solare e irriducibile positività.
In Juiciest Tomato, utilizzò la grafica di un annuncio della compagnia Del Monte per la descrizione della Vergine Maria come il pomodoro più succoso di tutti.
Venne incaricata di creare una serie di cartelloni pubblicitari in cui si criticavano le guerre in atto nel mondo.
Nel 1968 lasciò l’ordine, pur rimanendo in ottimi rapporti e si trasferì a Boston.
Nel 1971 le venne commissionato il logo per i serbatoi di gas della Boston Gas Company, la più grande opera d’arte protetta da copyright al mondo.
Negli anni ’70, la sua opera adottò uno stile più scarno e introspettivo, influenzato dal vivere in un nuovo ambiente, da una vita secolare e dalle sue battaglie contro il cancro.
Nel 1980 venne allestita una grande retrospettiva del suo lavoro al de Cordova Museum in Massachusetts.
Nel 1983 firmò i cartelloni pubblicitari “possiamo creare la vita senza guerra“.
Nel 1985 disegnò il bellissimo francobollo l’amore è un lavoro duro.
Si occupò di cause sociali fino alla sua morte, per cancro al fegato, il 18 settembre 1986.
Al momento della sua morte, aveva creato quasi 800 edizioni serigrafiche, lasciò le opere invendute e i diritti d’autore alla Comunità del Cuore Immacolato, che nel 1997 fondò il Corita Art Center. Il centro, ha organizzato centinaia di mostre dei suoi lavori, curato i diritti d’immagine, venduto le sue stampe e sviluppato programmi educativi basati sul suo metodo.
Le sue opere sono presenti in numerose istituzioni pubbliche e collezioni private in tutto il mondo.
Corita Kent utilizzava il metodo della serigrafia perché consentiva le riproduzioni, che era il suo modo di intendere l’arte, accessibile e disponibile. Non voleva che nessuna delle sue stampe fosse più preziosa delle altre. Non le numerava e a volte non registrava la produzione totale dell’edizione.
Una vita spesa a propugnare il suo amore per l’umanità attraverso la sua arte e creatività.
Corita Kent è, indubbiamente, la suora più pop della storia.
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