Clarissa Pinkola Estès è una psicoanalista statunitense, specializzata in disturbi post-traumatici.
Nata nel 1945 da una famiglia ispano-messicana, all’età di 4 anni è stata adottata da una famiglia ungherese. È cresciuta nel Midwest. Nella sua casa, le tradizioni orali dei cantastorie europei sono state parte della vita quotidiana. Cresciuta in un’epoca in cui la donna veniva trattata come una bambina e come una proprietà, in cui non era tollerato un corpo felice o alcuna espressione artistica femminile.
Negli anni Sessanta, ancora giovanissima, emigra a occidente, verso le Montagne Roccios dove ha vissuto tra persone provenienti da ogni parte del mondo. Spinta dalle ricerche etnografiche ha continuato la sua migrazione verso sud, attraversando la Panamericana dove ha avuto modo di conoscere alcune delle rare e antiche comunità di origine latinoamericana e trascorrere del tempo con i nativi americani.
Si è formata come analista junghiana allo Union Institute di Cincinnati (OH), dove ha conseguito un dottorato in etnopsicologia clinica, lo studio di modelli sociali e psicologici in gruppi culturali e tribali. Nel 1984 ha conseguito un post dottorato presso The Inter-Regional Society of Jungian Analysts di Zurigo in Svizzera. È stata direttrice del C.G. Jung Center di Denver.
Ha lavorato in varie carceri e istituti per la cura di bambini e madri feriti e traumatizzati, integrando l’uso delle storie e delle favole nella terapia.
Unisce l’arte alla conoscenza e alle tradizioni, la propria esperienza di vita alla passione latina, raccogliendo una notevole mole di materiale attinto dal mondo delle fiabe e dei racconti popolari.
Su questa base ha costruito un’interpretazione psicoanalitica, enucleando una serie di archetipi di tipologie femminili utili per descrivere la psiche.
Ha prestato servizio durante il terremoto in Armenia del 1988, sviluppando un protocollo di recupero post-trauma. Nei quattro anni successivi al massacro alla Columbine High School si è occupata del sostegno psicologico alla comunità. Dopo l’11 settembre 2001 ha lavorato con sopravvissuti/e e familiari delle vittime.
È stata insignita di molti premi prestigiosi.
Da sempre impegnata nel sociale, ha fondato la “Guadalupe Foundation”, organizzazione che si occupa di trasmettere via radio brevi storie per istruire le popolazioni indigene in materia di salute e igiene.
Dal 2006 fa parte della Colorado Women’s Hall of Fame, organizzazione che premia le donne che hanno contribuito alla storia dello Stato del Colorado. Fa parte del consiglio del Maya Angelou Research Centre of Minority Health alla Wake Forest University School of Medicine.
È autrice di numerosi libri sulla vita dell’anima. Il suo libro più famoso, Donne che corrono coi lupi, del 1992 è stato tradotto in più di 40 lingue e best seller per oltre 145 settimane.
In questo saggio raccoglie due decenni di esperienza, storie e riflessioni per indicare alle donne la via del viaggio interiore, attraverso il ricongiungimento con la Donna Selvaggia.
L’archetipo della Donna Selvaggia è un suo lavoro di ricerca quasi archeologica durato decenni, nato con lo studio dei lupi, che con le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso e grande devozione.
Tiene, in tutto il mondo, seminari, performance e narrazioni, per comunicare usando gli strumenti antichi nelle società e istituzioni moderne.
Nelle università insegna mitologia, psicologia archetipica, teatro e scrittura.
#unadonnalgiorno