Tutte e tutti abbiamo recentemente sentito e letto il termine: Ok, boomer!
Ma cosa significa? Potremmo parlare di post-ironia.
Si tratta di un meme nato su Twitter e che ha spopolato su TikTok, originando un acceso dibattito generazionale. È un’espressione usata da adolescenti e giovani per zittire o prendere in giro cose percepite come lamentele paternalistiche della generazione dei cinquanta-sessanta-settantenni, ritenuta responsabile dei principali disastri contemporanei, dalla crisi finanziaria a quella climatica. Il termine “boomer” è quello con cui ci si riferisce alle persone nate tra la fine della Seconda Guerra Mondiale (1945) e la metà degli anni ’60, coloro che hanno beneficiato del “boom” economico che ha coinvolto tutto l’Occidente. A quella dei boomer è seguita la Generazione X (1965-1980), poi la Y – quella dei Millennials nati tra il 1980 e il 2000 – e oggi c’è la Generazione Z, i nati dal 2000 in poi, i veri nativi digitali. Questi termini generazionali, non sono frutto della fantasia di qualcuno/a, ma sono stati coniati da studiosi/e di sociologia, antropologia, cultura.
L’espressione Ok, boomer! è arrivata alla cronaca, nel novembre 2019, quando al parlamento neozelandese la deputata dei Verdi Chlöe Swarbrick, durante un discorso sul tema del rinnovamento generazionale delle posizioni di potere, è stata interrotta da un collega più anziano, che lei ha liquidato sbrigativa con queste due parole e ha continuato a parlare.
In meno di sette giorni questa frase è finita su tutti i giornali, in TV, sul web e sui social. Due parole che hanno fatto il giro del mondo e che sono sinonimo di sfottò e presa in giro delle nuove generazioni verso le precedenti.
Ma diamo uno sguardo d’insieme a Chlöe Swarbrick, politica e imprenditrice neozelandese eletta in Parlamento a soli 23 anni.
È la portavoce del Partito dei Verdi per la salute mentale, la riforma della legge sulla droga, istruzione, arti e patrimonio, piccole imprese, radiodiffusione, gioventù e governo locale.
Chlöe Swarbrick è nata a Auckland nel 1994. Ha tenuto il suo primo discorso all’età di sette anni. Si è laureata in Giurisprudenza e Filosofia all’Università di Auckland. Nel 2012, ha aperto la sua prima attività, una casa di moda made in Nuova Zelanda chiamata The Lucid Collective. Nello stesso periodo, ha lavorato nella redazione della stazione radio studentesca 95bFM come redattrice e speaker per poi diventare produttrice e infine conduttrice di The Wire. Nel 2014, ha iniziato a scrivere per la rivista What’s Good di cui è diventata editrice e proprietaria della sua costola, The Goods, nel 2015.
È stata nominata neozelandese dell’anno, sempre nel 2015.
Nel 2016, con Bartley Catt ha avviato un’agenzia di consulenza digitale e management di artisti chiamata TIPS. La coppia ha anche aperto un caffè e una galleria, Olly, accanto al teatro Crystal Palace a Mount Eden.
Nel maggio 2019, Chlöe Swarbrick ha anche ricevuto il Premio Jane Goodall Trailblazer, riconosciuto alle persone che hanno dimostrato impegno al benessere di animali, persone e del pianeta attraverso il loro lavoro.
La sua proposta di legge per istituire un fondo utilizzabile da qualsiasi candidato/a disabile per coprire i costi relativi alla partecipazione alle elezioni, rendere accessibili spazi per eventi e materiali, per consentire la partecipazione attiva all’impegno politico, è stata approvata all’unanimità nel 2020. Per la prima volta nella storia del Partito dei Verdi.
Convinta sostenitrice della legalizzazione delle droghe leggere, ha negoziato le modifiche alla legge sulla cannabis medicinale includendo miglioramenti alla regolamentazione come forma terapeutica. Ha anche condotto una campagna per porre fine alla criminalizzazione delle persone tossicodipendenti.
Nel maggio 2019, ha tentato di far passare una mozione per dichiarare un’emergenza a causa dei cambiamenti climatici, ma non ci è riuscita. Nel novembre 2019, è salita alla cronaca perché ha risposto al portavoce dell’opposizione, Todd Muller con la frase “OK, boomer” dopo che questi aveva interrotto il suo discorso sui cambiamenti climatici. Chlöe Swarbrick stava commentando la proposta di legge Zero Carbone, che mira a ridurre notevolmente le emissioni di carbonio in Nuova Zelanda fino ad arrivare a zero entro il 2050. Sebbene non ci siano state particolari reazioni al suo commento nel Parlamento, è diventato oggetto di discussione nei media di tutto il mondo.
Durante la pandemia causata dal COVID-19, il governo ha fornito un incentivo di sostegno a studenti e associazioni studentesche che spesso non ne hanno usufruito, scatenando le reazioni delle residenze universitarie che li accusavano di aver lasciato gli alloggio durante il blocco nazionale e essersi isolati altrove. Chlöe Swarbrick ha mantenuto il sostegno agli/le studenti e ha invitato le università a “fare la cosa giusta” e fermare le accuse. La sua attenzione al problema ha visto alcune università rinunciare completamente alle tasse per l’alloggio non utilizzato.
Una giovane donna impegnata e determinata a portare avanti le proprie idee di cui sentiremo parlare a lungo e non solo per la frase che l’ha portata alla ribalta globale. Se queste sono le nuove generazioni: Ok, boomer per tutta la vita!
#unadonnalgiorno