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Cecilia Payne

Cecilia Payne
Cecilia Payne è l’astrofisica che ha scoperto di cosa sono fatte le stelle e il sole.
Contraddicendo le teorie dell’epoca, per prima ha teorizzato che fossero composte essenzialmente di idrogeno e elio.
Ogni studio sulle stelle variabili si basa sul suo lavoro.
È stata la prima donna a ottenere un dottorato in astronomia a Harvard e la prima a capo del dipartimento di astronomia, nel 1956, superando ostracismo, discriminazione e dopo che l’astronomo Henry Russell si era preso i meriti della sua scoperta sulla composizione del sole.
Cecilia Helena Payne nacque il 10 maggio 1900, a Wendover, in Inghilterra, dalla pittrice di origine prussiana, Emma Leonora Pertz e Edward John Payne, avvocato inglese, morto quando lei aveva quattro anni.
Cresciuta dalla madre, che riteneva uno spreco di soldi che una donna studiasse, si era diplomata e aveva frequentato la facoltà di astronomia a Cambridge, ottenendo solo il certificato, nel 1923, le donne non potevano conseguire la laurea.
Vedendosi negata qualsiasi prospettiva di carriera in Inghilterra, aveva deciso di andare a Harvard, che offriva borse per ricercatrici.

Nel 1925 ottenne il dottorato con quella che è stata poi definita la più brillante tesi mai scritta in astronomia dal titolo “Stellar Atmospheres, A Contribution to the Observational Study of High Temperature in the Reversing Layers of Stars”.

La tesi indicava la stretta correlazione tra la classe spettrale delle stelle e la loro temperatura e come l’idrogeno fosse di gran lunga il maggior costituente del Sole, circa il 90%.

Il celebre astronomo Henry Russell, a cui si era rivolta già un anno prima per una consulenza, basandosi su conoscenze errate, le aveva sconsigliato di pubblicare il suo studio sulla composizione del Sole, ritenendo, insieme alla comunità scientifica che fosse il ferro. E, dopo pochi anni se ne prese il merito.

Nel 1930 Cecilia Payne ha editato la sua seconda pubblicazione Stars of High Luminosity, che segnava il suo interesse per le nova e le stelle variabili.

Harlow Shapley, il direttore dell’osservatorio di Harvard, cercò di ottenere per lei il titolo di professoressa, ma l’allora presidente dell’università, Abbott Lawrence Lowell, glielo aveva negato, perché era una donna.

Nel giugno 1956 ebbe finalmente la cattedra di astronomia, la notizia, per la sua eccezionalità, venne riportata anche dal New York Times. Pochi mesi dopo divenne presidente del dipartimento.

Ritiratasi dall’insegnamento attivo nel 1966, venne nominata professoressa emerita.

Si è spenta a Cambridge, il 7 dicembre 1979.
Per ricordarla è stata affissa una targa commemorativa sul muro dell’Università e niente di più.
La donna che ha scoperto di cosa è fatto l’universo è ancora praticamente sconosciuta alla maggior parte delle persone e non viene mai accennata nei libri di scuola.
Ogni studente delle scuole superiori sa che Isaac Newton ha scoperto la gravità, che Charles Darwin ha spiegato l’evoluzione e che Albert Einstein ha scoperto la relatività del tempo. Ma quando si parla della composizione dell’universo, i libri di testo si limitano a dire che l’atomo più abbondante nell’universo è l’idrogeno senza nemmeno accennare che a scoprirlo è stata Cecilia Payne.

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