La scrittura è sempre un atto di disobbedienza. Chi scrive ricrea, rifà il reale e dice la sua verità sul mondo che, quanto più consapevole della propria inevitabile parzialità (dovuta a condizioni di vita diverse), può valere qualcosa anche per gli altri. E le altre.
Caterina Venturini è una scrittrice italiana che vive a Los Angeles.
Nata ad Amelia, in provincia di Terni, l’11 gennaio 1975, è laureata in Letteratura italiana alla Sapienza di Roma. Dal Dottorato in Storia delle Scritture Femminili ha prodotto il saggio: La poesia ottusa di Amelia Rosselli. Rapporti con Neoavanguardia e Femminismo. A Milano, ha frequentato un master presso il Centro Europeo Scuola Educazione Cultura.
Ha insegnato nella scuola secondaria e collaborato con la cattedra di Letteratura Italiana Contemporanea dell’Università La Sapienza. È stata anche docente al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Ha scritto vari articoli, prefazioni e saggi di critica letteraria per Avanguardia, Comunicare letteratura, Decanter, Absolute poetry.
Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su riviste come In pensiero, Leggere donna e nell’antologia Fili di parole.
Femminista intersezionale, il suo primo romanzo Le tue stelle sono nane del 2009, è un racconto sul precariato che diventa la metafora di un tempo spietato, che scandisce i ritmi di una società globale e connessa che più si finge libera, reticolare e aperta, più si rivela intransigente e ossessiva.
Il secondo romanzo, L’anno breve, del 2016, narra l’esperienza sconvolgente e profondissima come insegnante al liceo di un ospedale in cui sono ricoverate giovani donne e uomini che forse non ne usciranno mai. Il racconto di come, ogni giorno, rimette in discussione tutto ciò che crede di sapere su se stessa e fare i conti con un segreto del suo passato.
È stata sceneggiatrice del film Anni felici di Daniele Luchetti (2013, sceneggiatura candidata al Nastro d’Argento).
Da qualche tempo si è trasferita a Los Angeles, per seguire l’amore, da quest’esperienza, costituita anche da profonda infelicità e estraneità, è nata la sua ultima fatica letteraria, Quchi, Quello che ho ingoiato, del 2022.
Il libro parla della scrittrice Carla Longhi, suo alter ego, che si è trasferita nella città degli angeli, con tanta insicurezza, dovuta anche alla poca conoscenza della lingua. La storia si muove avanti e indietro nel passato della protagonista che ha ingoiato parecchio amaro, a partire dal tempo passato all’università in Italia aspirando a un’impossibile docenza.
Lucido, ironico, spiazzante, è un romanzo sulla condizione femminile come non era stata ancora raccontata.
La protagonista è una donna fratturata, ammaccata, che sposta continuamente il senso e il punto di vista evidenziando l’ossessione di piacere e compiacere. Un personaggio a tutto tondo, insoddisfatto, cerebrale, complesso, contraddittorio, con cui Caterina Venturini sceglie di raccontare l’incompiutezza e l’inettitudine della nostra generazione, dall’apparente ma fallace vigore. La sua protagonista non fa altro che fuggire da se stessa, dai suoi limiti e soprattutto dallo sguardo degli altri che prima diviene il nostro e poi lo condiziona.
La scrittura di Caterina Venturini rappresenta in pieno la sua personalità, ironica e lucida, che trova il coraggio di raccontare, senza sentimentalismi, momenti di ordinaria quotidianità mescolati a quelli di felicità e sofferenza che l’hanno segnata, colpendo al cuore chi la legge per la potente forza evocativa.
È una donna intelligente e acuta, di cui mi fregio di essere amica, alla continua ricerca della conoscenza di se stessa e del mondo che abita.
#unadonnalgiorno