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Anna Lorenzetto

Anna Lorenzetto pedagogista

Anna Lorenzetto, pedagogista italiana, è stata la pioniera dell’alfabetizzazione delle persone adulte nel dopoguerra.

Nata col nome di Anna Maria a Roma il 18 aprile 1914, si è laureata in Lettere nel 1940 e in Filosofia nel 1943.

Antifascista, durante la Seconda Guerra Mondiale, fece domanda per entrare nel Corpo di Assistenza Femminile aderente al Corpo Italiano di Liberazione.

Ha collaborato con Il Ponte, rivista di economia, politica e cultura fondata da Piero Calamandrei, esponente del Partito d’Azione – nel quale era confluito il gruppo di Giustizia e Libertà – e membro dell’Assemblea Costituente.

Sin dalla sua costituzione, nel 1945, Anna Lorenzetto ha fatto parte del Comitato direttivo dell’UDI – Unione Donne Italiane. È stata tra le 13 delegate al I Congresso Internazionale delle donne a Parigi, a seguito del quale venne fondata la Federazione Democratica Internazionale Femminile.

Il rapporto con l’UDI non fu semplice e presto se ne distaccò fondando, insieme a un piccolo gruppo di insegnanti e assistenti sociali, l’Unione Nazionale per la Lotta contro L’Analfabetismo, di cui assunse  la presidenza dal 1964 al 1971 e poi dal 1974 al 1981. Negli anni mancanti, ha diretto a Parigi, per l’UNESCO la Divisione Alfabetizzazione e la Divisione Educazione degli Adulti.

Come presidente del Comitato Promotore dell’UNLA, ha intrapreso un’importante opera di alfabetizzazione del sud Italia, che avrà una grande incidenza nella vita civile del Paese.

Nel 1947 ha condotto una approfondita ricerca sulla situazione socio-economico-culturale in 99 comuni della Calabria e della Basilicata, poi allargata alle altre regioni del sud, che ha portato a costituire il Movimento popolare dei Comitati Comunali per la lotta contro l’analfabetismo e, successivamente, i primi Centri di Cultura Popolare, che ebbero una diffusione capillare e che hanno attivato un processo di empowerment per migliaia di donne e di uomini del meridione. I centri vennero studiati e elogiati in tutta Europa.

Nella situazione in cui si trovava l’Italia del dopoguerra fu una epopea di massa, i contadini e le donne fecero la fila per iscriversi ai corsi serali tenuti da insegnanti dell’UNLA. Nel 1952 il Governo riconobbe l’associazione, istituzionalizzandola.

I Centri non ebbero come unica missione la lotta contro l’analfabetismo strumentale, ovvero l’incapacità di leggere e di scrivere, ma si allargavano all’analfabetismo morale o civile. Le strutture erano sinonimo di formazione, partecipazione, libertà, attivismo, democrazia, responsabilità, per contribuire a sanare l’inabilità degli individui, non ancora cittadini consapevoli, a rapportarsi alla vita sociale e politica del Paese.

Su questa enorme opera sociale furono tratti due documentari Cristo non si è fermato a Eboli e Non basta soltanto l’alfabeto, entrambi premiati alla Mostra del Cinema di Venezia.

Nel 1951 aveva iniziato anche un progetto in Calabria con Maria Montessori, di cui era stata allieva per breve tempo, ma la collaborazione si interruppe a causa della morte della famosa studiosa.

Per questa sua incessante attività a favore della diffusione della democrazia e della conoscenza attraverso l’UNLA, Anna Lorenzetto, nel 1958 venne insignita del Premio Feltrinelli.

Nel 1964 venne inviata a Cuba per valutare i risultati della campagna di alfabetizzazione condotta dai castristi. Il documento prodotto – dal quale si evinceva il successo dell’iniziativa cubana, cosa che avrebbe potuto suscitare imbarazzo in tempi di Guerra Fredda – non fu reso accessibile al pubblico.

Nel 1965 ha fatto parte della delegazione italiana che ha partecipato al Congresso Mondiale dei Ministri dell’Educazione a Teheran. Il riscontro ottenuto dalla sua relazione La nuova educazione degli adulti che sorge dall’alfabetizzazione (tradotta in numerose lingue, tra cui l’arabo e il vietnamita), ufficialmente definita la tesi italiana, indusse l’Unesco a modificare il documento di base della Conferenza inserendo un capitolo intitolato La participation de l’analphabète.

Oltre ad aver redatto numerosi e importanti saggi, di cui l’ultimo Dal profondo Sud. Storia di un’idea, del 1994, ha diretto, dal 1964 al 1971, la rivista Realtà e problemi dell’educazione degli adulti.

Nel 1968 divenne professoressa ordinaria di Educazione degli Adulti alla Sapienza di Roma, prima cattedra di educazione degli adulti in un ateneo italiano.

Nel 1970 venne insignita dall’UNESCO del premio Nadezhda K. Krupskaya e nel 1977 della Medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte.

Conclusa la sua attività universitaria, ha trascorso il resto della sua vita a Porto Ercole in provincia di Grosseto, dove è morta il 25 maggio del 2001.

 

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