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Amelia Earhart regina dell’aria

Amelia Earhart
Amelia Earhart stands June 14, 1928 in front of her bi-plane called "Friendship" in Newfoundland. (Photo by Getty Images)

La cosa più difficile è iniziare a agire, il resto è solo tenacia”.

Amelia Earhart è la più famosa pioniera dell’aviazione. È stata la prima donna a attraversare in solitaria l’Oceano Atlantico, nel 1932.

Eroina statunitense, una delle più capaci e celebrate aviatrici del mondo, è un grande esempio di coraggio e spirito d’avventura.

Nacque il 24 luglio 1897 in Kansas. Visse con la sua famiglia in molti paesi diversi tra gli Stati Uniti e il Canada.

Studio alla scuola per infermieri della Columbia University di New York.

Per tutta la durata della prima guerra mondiale fu infermiera in un ospedale militare in Canada. Fece il suo primo viaggio in aereo come passeggera a 23 anni, in un raduno a Long Beach. Fu un breve giro turistico di dieci minuti a bordo di un biplano, tanto le bastò per innamorarsi del volo.

Svolse i lavori più svariati per poter prendere lezioni di volo da Anita Snook, fra le prime donne al mondo a pilotare un aereo. Superato un triennio di studi e un periodo di esperienza fatta sul campo, conseguì il brevetto di pilota. Nel 1922 comprò il suo primo aeroplano con il sostegno economico della sorella Muriel e della madre Amy Otis Earhart.

Nel 1928, a distanza di un anno dalla prima trasvolata in solitaria dell’Atlantico di Lindbergh, Amelia Earhart, a bordo del suo Fokker FVII, si cimentò nella stessa impresa con Wilmer Stultz e Louis Gordon. Dopo 21 ore di volo giunsero in Galles. Fu la prima donna ad attraversare l’Oceano Atlantico, persino il Presidente degli Stati Uniti d’America, Calvin Coolidg, le inviò un cablogramma per congratularsi con lei.

Questa azione, di memorabile portata, le valse il soprannome di “Nuova Regina dell’Aria”. Venne acclamata in tutto il mondo.

Da quel momento impiegò tutto il suo tempo per la sua grande passione, il volo. Tenne conferenze, lavorò per compagnie aeree, scrisse libri, fece competizioni, fu testimonial di campagne pubblicitarie, divenne anche consulente tecnica per il Dipartimento dell’Aeronautica Americana.

Venne anche creata una linea di bagagli per viaggi aerei e una di abbigliamento sportivo che portava il suo nome. Comparve su tutte le riviste del tempo. Disegnò una tuta destinata alle aviatrici con pantaloni morbidi, corredati da cerniere e grosse tasche. Da queste attività trasse gli introiti che le permisero di promuovere iniziative a favore delle donne che desideravano dedicarsi al mondo dell’aviazione.

Le sue imprese infiammavano lo spirito degli americani durante la grande depressione. Infranse la consuetudine del tempo che vedeva l’aviazione come un ambito prettamente maschile.

Compì imprese dove uomini avevano fallito  contribuendo a sviluppare nella mentalità collettiva l’immagine di una donna in grado di andare ben oltre i ruoli svolti fino a quel momento.

Il suo lavoro incessante e la determinazione di migliorarsi la portò, nel 1931, a stabilire il suo primo record: salire all’altitudine di 5613 metri.

Nel 1932 compì la trasvolata in solitaria da Terranova a Londonderry, in Irlanda del Nord in poco meno di 15 ore di volo, divenne leggenda.

Ma le sue imprese le portarono altre vittorie, nello stesso anno divenne la prima donna a attraversare gli Stati Uniti senza effettuare scalo. Da Los Angels a Newark in New Jersey, nessuna sosta per fare rifornimento.

Amelia Earhart non fu soltanto una leggendaria aviatrice, in lei ardeva il fuoco sacro della passione del volo e – per ottenere il massimo dai suoi aerei – divenne un’ottima meccanica, effettuava modifiche ai suoi mezzi per migliorarne le prestazioni.

Nel 1935 andò da Honolulu a Oakland in California tra l’11 e il 12 gennaio, da Los Angeles a Mexico City il 19 e il 20 aprile, infine da Mexico City a Newark nel New Jersey.

È stata la prima donna al mondo a compiere voli in solitaria sul Pacifico e sull’Atlantico.

Il suo sogno più grande era il giro del mondo in aeroplano. Con il suo Lockheed L 10 denominato “Elettra” partì per la sua più grande e ultima avventura, aveva intenzione di percorrere la rotta equatoriale, più lunga e più insidiosa (47.000 Km).

Spiccò il volo da Miami il 1° Giugno 1937, facendo rotta verso il Sud America, proseguì facendo delle soste in Africa, in India e nell’Asia sudorientale. Dopo 28 giorni di viaggio giunse in Nuova Guinea. Aveva percorso 35.000 Km, ne restavano altri 11.000 tutti sull’Oceano Pacifico. Il 2 luglio a mezzanotte l’Elettra decollò alla volta di Howland, distante poco più di 4000 Km.

In quella notte scomparve, perdendosi misteriosamente insieme al copilota Frederick Noonan.

Ancora oggi sono sconosciute le vere cause che provocarono l’interruzione dei contatti radio con la barca a vela Itasca che, orbitando intorno all’atollo di Howland, aveva il compito di guidare l’atterraggio attraverso segnali radio. Una volta persi i contatti, dalla barca si levarono segnali di fumo nella speranza che potessero essere visti dai piloti, ma neanche questo servì a far trovare la giusta rotta all’aereo che sparì nel nulla.

Fra le ipotesi più accreditate per spiegare le cause dell’incidente ci fu quella secondo cui l’antenna radio, montata sotto la fusoliera, potesse essersi strappata durante il rullaggio, ma ancora oggi la vicenda rimane avvolta nel mistero.

Dopo un’ora dall’ultimo contatto radio, la barca a vela Itasca iniziò le ricerche nei punti dove presumibilmente doveva trovarsi l’aereo al momento in cui si erano persi i contatti, ma fu tutto inutile. Così come inutili furono le ricerche effettuate dalla Marina Militare Americana.

Per anni si è cercato di capire che fine avesse fatto l’aereo e, fra le ipotesi che si sono accavallate, la più attendibile affermava che Amelia Earhart avesse proseguito senza contatto radio per circa due ore e mezzo giungendo all’isola Gardener Island, nello stato di Kiribati, e che, in mancanza di carburante, avesse tentato un ammaraggio.

Nel 1940, sull’isola furono ritrovati uno scheletro umano e un sestante, ma le analisi fatte all’epoca non diedero i risultati sperati e dopo qualche tempo i reperti andarono smarriti.

Nel 2012 l’organizzazione mondiale Tighar, che ha per scopo il recupero di velivoli storici, organizzò una spedizione sull’isola dove furono raccolti alcuni manufatti e resti umani, ma anche questa volta le analisi non diedero il risultato sperato.

Nel 2018 uno studio pubblicato sulla rivista Forensic Anthropology ha stabilito che i resti ritrovati nel lontano 1940 appartenevano a Amelia Earhart.

La sua storia ha ispirato la fantasia di sceneggiatori e musicisti, è la protagonista di molti film,  sceneggiati televisivi e canzoni.

Amelia Earhart è ancora oggi un simbolo di coraggio e determinazione per tutte le donne.

Ha vissuto in maniera temeraria, senza scoraggiarsi mai nel rincorrere la sua più grande passione, volare.

Il coraggio è il prezzo che la vita esige per l’assegnazione della pace. 

#unadonnalgiorno

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