La mia donna del giorno sono le tredici donne che hanno perso la vita al largo di Lampedusa.
Erano su una barca sovraccarica, senza neppure un salvagente.
Avevano investito soldi, si erano indebitate per raggiungere un familiare da qualche parte in Europa e per trovare una vita migliore.
I loro sogni sono naufragati con loro, dopo aver subito maltrattamenti e violenze (quasi tutte in questi terribili viaggi attraverso la Libia, vengono molestate o violate, in tante arrivano incinte dei loro carnefici, le ho viste personalmente accudire quei bambini con tenerezza infinita).
A quelle donne che molto probabilmente hanno lasciato degli orfani e di sicuro i debiti da pagare alle famiglie che le hanno fatte partire, va tutto il mio rispetto.
A loro e a tutte e tutti coloro che rischiano e a volte perdono la propria vita per cercare di migliorarla, va il mio pensiero.
Ancora oggi non tutti sanno che chi cerca di arrivare con la barca è perché non può fare altrimenti, perché non si concedono i visti e i documenti per partire, perché chi abita in alcuni paesi del pianeta non può prendere un aereo e muoversi liberamente come noi occidentali, che abbiamo il privilegio di andare dove ci pare (per turismo, per lavoro, per cambiare vita o per qualsiasi altra ragione).
Un giorno dovremo spiegare questo massacro perché noi c’eravamo e ci verrà chiesto se abbiamo fatto abbastanza.
#unadonnalgiorno