Il razzismo è un problema di classe, non di diversità culturale. La cosa che la gente teme di più non è il diverso colore della pelle ma la povertà.
A provocare tanto odio è il messaggio secondo cui immigrazione è per forza immissione di povertà. E come la povertà possa essere contagiosa.
Se su un mezzo pubblico sale un africano in giacca e cravatta che al telefonino parla magari di affari, nessuno lo guarda male e la gente gli sta vicino come starebbe vicino a chiunque. Se lo stesso africano fosse vestito male, ci sarebbe un atteggiamento molto diverso.
È una cosa che conosco bene perché l’ho provata anche sulla mia pelle.
Noi siamo i nuovi profili del mondo. Portiamo dentro di noi le diversità, in un mondo fluido dove sono facili le contaminazioni. Alla fine ogni persona del mondo è uno zingaro, in cerca di qualcosa.
L’essere umano ha sempre bisogno di prendersela con qualcuno al quale addossare le colpe dei propri problemi. Dal punto di vista politico è la cosa più facile. Prendersela con i più deboli non costa niente. Se sei senza lavoro dovresti prendertela con lo Stato che non ti dà occasione di lavorare. Ma sono cose che capisce solo chi ha strumenti culturali adeguati. Io credo che alla fine sia solo una questione di tempo. La paura per il diverso, quando lo conosci, poi passa.
Alketa Llani è nata a Durazzo in Albania nel 1982, è arrivata in Italia dal 1996, aveva quattordici anni, solo grazie alla prima sanatoria del 1998 ha potuto andare a scuola. Ha una laurea in Comunicazione interculturale, un master in Gran Bretagna, un altro master in Diversity management, con Simohamed Kaabour ha fondato l’associazione Nuovi Profili.
Dal 2013 ha la cittadinanza italiana.
#unadonnalgiorno