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Alexandra Kollontai, rivoluzionaria sovietica e prima ministra della storia

Alexandra Kollontai, rivoluzionaria marxista e prima donna al mondo a diventare ministra

Ho sempre creduto che, inevitabilmente, verrà il tempo in cui la donna sarà giudicata secondo gli stessi standard morali applicati all’uomo. Perché non è la sua specifica virtù che le conferisce un posto d’onore nella società umana, ma il valore della missione utile compiuta da lei, il valore della sua personalità in quanto essere umano, come cittadina, come pensatrice, come combattente.

Alexandra Kollontai, rivoluzionaria russa, è stata la prima donna al mondo a diventare ministra.

Nata a San Pietroburgo il 31 marzo del 1872 in una famiglia benestante, aveva ricevuto un’ottima istruzione e parlava diverse lingue straniere.

Ribelle e determinata sin da giovanissima, ha rifiutato il matrimonio di convenienza che volevano imporle i genitori e sposato un lontano cugino, dal quale si è separata dopo aver avuto un figlio, Michail.

Ha studiato economia politica all’Università di  Zurigo e il movimento operaio in Inghilterra.

Il 9 gennaio 1905 ha marciato con gli operai verso il Palazzo d’Inverno, in quell’occasione  ha conosciuto Lenin.

L’impegno per i diritti fondamentali delle donne si è consolidato con l’intensa attività politica tra le operaie di Pietroburgo che ha portato alla scrittura del saggio Gli elementi sociali della questione femminile.

Alla Conferenza femminile dell’Internazionale socialista ha sostenuto il diritto al voto delle donne.

Nel 1908, al Primo congresso femminile pan-russo ha organizzato un gruppo di lavoratrici con un proprio programma che si distingueva dal movimento femminista europeo.

È stata processata per due volte per aver svolto attività antigovernativa tra le operaie tessili e aver fatto appello alla rivolta nel suo opuscolo La Finlandia e il socialismo.

Costretta a scappare dalla Russia, si è rifugiata in Germania dove ha militato nel Partito Socialdemocratico scrivendo sulla Pravda di Trotsky e collaborando al giornale la Voce delle operaie.

Al Congresso internazionale Socialista di Basilea del 1912, ha realizzato un piano di assistenza alla maternità che venne, in parte, adottato in Russia nel 1918. Ha redatto una proposta di legge sull’assistenza sociale della maternità da presentare alla Terza Duma.

Allo scoppio della guerra mondiale, condividendo le posizioni antimperialiste di Lenin, si è unita ai bolscevichi.

Fra il 1915 e il 1916 ha viaggiato attraverso l’America per perorare la causa socialista e promuovere varie conferenze di pace. Nel febbraio del 1917, quando venne abbattuto il regime zarista, ha fatto ritorno in patria dove è stata la prima donna eletta al Comitato esecutivo del Soviet di Pietrogrado e referente di Lenin.

Nell’ottobre del 1917 è entrata a far parte del governo rivoluzionario e, nominata commissaria del popolo per l’Assistenza sociale, è stata la prima donna al mondo a diventare ministra.

Durante il suo incarico venne decretata la distribuzione ai contadini delle terre appartenenti ai monasteri, l’istituzione degli asili nido statali e l’assistenza alla maternità.

La sua opposizione al trattato di Brest-Litovsk le è costato il posto al governo.

Ha sostenuto il libero amore, nella convinzione che il matrimonio tradizionale, in una società repressiva e fondata sulla ineguaglianza tra i sessi, fosse una ulteriore produzione di sfruttamento della donna.

Riteneva che la liberazione sessuale fosse una premessa necessaria alla realizzazione di una libera società socialista.

È stata tra le organizzatrici del Primo Congresso delle donne lavoratrici russe dal quale nacque lo Żenotdel per promuovere la partecipazione delle donne alla vita pubblica, iniziative sociali e la lotta all’analfabetismo.

Grazie al suo impegno, le donne russe hanno ottenuto il diritto di votare ed essere elette, l’accesso all’istruzione, l’assistenza durante la maternità, la parità salariale, il divorzio e il diritto all’aborto.

Dal 1923, andando in contrasto con Stalin, si è ritirata dalla politica attiva e intrapreso la carriera diplomatica.

È stata tra le prime ambasciatrici al mondo, in Messico, Norvegia e Svezia.

Tra il 1923 e il 1927 ha scritto novelle e romanzi raccolti in tre volumi. Ha fatto anche parte della delegazione sovietica alla Società delle Nazioni.

Ritiratasi dal lavoro nel 1945, è morta a Mosca il 9 marzo 1952.

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