Chi viaggia senza incontrare l’altro, non viaggia, si sposta.
Alexandra David, scrittrice e esploratrice francese, che ha trascorso 25 anni in giro per l’Asia.
È stata la prima occidentale, nel 1924, a raggiungere Lhasa, città all’epoca vietata agli stranieri, dopo otto lunghi mesi di marcia partendo dallo Yunnan e attraversando il Tibet.
La sua vita, l’incredibile sete di conoscenza, avventura e emancipazione, ha ispirato, negli anni, film, documentari e pièce teatrali.
Nella sua lunga carriera in cui è stata anche cantante, giornalista, fotografa, orientalista e antropologa, ha scritto più di trenta libri. È stata tra le fondatrici dell’Ordine Massonico Misto e Internazionale Le Droit Humain
Nacque a Saint-Mandé, 24 ottobre 1868, già a diciotto anni, dalla casa dei genitori a Bruxelles raggiunse la Spagna in bicicletta.
Successivamente si trasferì a Londra, dove studiò filosofie orientali. Dopo aver fatto ritorno a Parigi, si iscrisse alla Società Teosofica e seguì le lezioni di Lingue Orientali alla Sorbonne.
Nel 1899 scrisse il saggio anarchico Pur la Vie con lo pseudonimo di Alexandra Myrial in cui denunciava fortemente la forma del matrimonio tradizionale e come il peso della maternità gravasse sulla vita delle donne. Gli editori dell’epoca furono spaventati e si rifiutarono di pubblicare un libro scritto da una donna ribelle che denunciava gli abusi dello Stato, dell’esercito, della chiesa e dell’alta finanza. L’opuscolo, alla fine, venne stampato a spese dal suo compagno, Jean Haustont e venne tradotto in cinque lingue.
Fu anche una collaboratrice di La Fronde, giornale femminista.
Nel 1890, grazie a una eredità proveniente dalla nonna materna, Alexandra David se ne andò in India. Qui apprese la musica tibetana e le tecniche di meditazione e iniziò a cantare da soprano. È stata la prima donna a esibirsi all’Opera di Hanoi.
Nel 1902 le venne offerta la direzione artistica del teatro di Tunisi e vi si trasferì. Lì iniziò a studiare il Corano e dove conobbe l’ingegnere ferroviario Philippe Néel, che sposò nel 1904. Ma la vita matrimoniale non si confaceva col suo carattere assetato di novità e conoscenza e ben presto si rimise in viaggio.
Nel 1911, partì per quello che doveva essere un viaggio di studio di diciotto mesi e che durò, invece, quattordici anni: India, Nepal, Birmania, Giappone, Corea e Cina.
Convertitasi al buddismo, visse due anni in eremitaggio in una caverna nel Sikkim, praticando esercizi spirituali con il monaco tibetano Aphur Yongden, che divenne il suo compagno di avventure e che, in seguito, adottò.
Nel 1916 incontrò il Panchen Lama, che la riconobbe come reincarnazione. Impossibilitata a tornare in Europa a causa della guerra, si recò in Giappone.
Nel 1924, travestita da contadina tibetana, e in beffa ai controlli coloniali, attraversò a piedi la Cina in piena guerra civile, per raggiungere Lhasa. Penetrare clandestinamente in Tibet, fu la straordinaria impresa che narrò nel libro Viaggio di una parigina a Lhassa e che la rese famosa in tutto il mondo. Aveva 56 anni e, indossando le vesti di una khadoma, uno spirito tibetano che protegge dalle sventure, viaggiò senza pericoli e venne ospitata e ben accolta nel suo peregrinare. Scoperta dalla polizia, l’anno successivo fu costretta a tornare in Francia dove ricevette il Prix Monique Berlioux de l’Académie des Sports. Due anni dopo ricevette la Legione d’Onore.
Dopo una parentesi europea, nel 1937 tornò in Cina, dove rimase, a causa della seconda guerra mondiale, fino al 1946.
La sua incredibile vita è stata raccontata in tre volumi dalla sua assistente, segretaria personale e aiutante, indissolubilmente legata a lei dal 1959, Marie Madeleine Peyronnet.
Alexandra David Néel morì a Digne, in Provenza, l’8 settembre 1969, aveva quasi 101 anni, era ormai paralizzata e cieca. Nel 1973 la sua assistente portò le sue ceneri a Varanasi e le disperse nel Gange.
Marie Madeleine Peyronnet, nata nel 1930, è ancora viva e dirige il centro culturale creato dalla sua casa e memorie. Ha anche scritto un libro in forma di diario Dix ans avec Alexandra David Néel.
#unadonnalgiorno