C’è un detto che recita: se insegni qualcosa a un uomo, insegni a una persona, ma se insegni qualcosa a una donna, insegni a tutta la società.
Aïda Muluneh, fotografa e attivista etiope, utilizza l’arte come strumento sociale contribuendo a trasformare l’immagine dell’Africa nella comunità artistica internazionale.
Vincitrice dell’European Union Prize agli African Photography Encounters e del CRAF International Award of Photography, nel 2020 ha ricevuto il premio per la curatela fotografica della Royal Photographic Society.
Nata nel 1974 ad Addis Abeba, ha vissuto in Grecia, Regno Unito e Yemen prima di stabilirsi in Canada. Si è laureata in Belle Arti alla Howard University e iniziato come fotoreporter per il Washington Post, è stata fotografa di guerra per Reuters, documentando conflitti e crisi umanitarie in tutto il mondo prima di decidere di tornare in patria per dedicarsi all’arte concettuale e alla fotografia creativa come mezzo di diffusione di cultura, tradizioni e impegno sociale.
Le sue fotografie sono caratterizzate da uno stile distintivo e vibrante. Ritrae soprattutto donne e la potenza dei loro sguardi. Utilizza colori accesi, simboli culturali e composizioni audaci per trasmettere messaggi di grande impatto.
Attraverso la sua arte, cerca di rompere gli stereotipi e le percezioni limitate spesso associate all’Africa, offrendo una nuova narrazione visiva che mette in luce la complessità e diversità del continente.
Ha esposto in numerose mostre internazionali e le sue fotografie sono state pubblicate in riviste e pubblicazioni prestigiose. Utilizza la sua voce e il suo lavoro per promuovere cambiamento.
È la fondatrice di DESTA (Developing and Educating Societies Through the Arts), organizzazione che cerca di creare opportunità per gli artisti e le artiste africane della diaspora incoraggiando l’alta formazione, gli scambi culturali e l’accesso alla tecnologia.
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