La mia preoccupazione principale nell’arte, come nella politica, è lo status e il posto degli afroamericani nel paese.
Carrie Mae Weems visual artist, fotografa e attivista per i diritti civili. Nelle sue installazioni combina fotografia, audio e parole.
La sua arte è politica e stimola la riflessione sociale sulle esperienze delle persone di colore, in particolare delle donne nere in America.
Nata il 20 aprile 1953 a Portland, nel 1970 si trasferisce a San Francisco dove frequenta il laboratorio della ballerina e coreografa Anna Halprin.
Il suo primo progetto fotografico, Envornmental Profits, del 1978, è incentrato sulla vita nella sia città natale.
Negli anni ’80 frequenta il California Institute of the Arts, successivamente l’Università di San Diego, per poi continuare i suoi studi a Berkeley.
Usa forme colloquiali in serie di fotografie che indagano la soggettività, evidenziando stereotipi perniciosi.
Le sue fotografie, film e video si concentrano sulle gravi questioni che le persone nere affrontare quotidianamente. Indaga su razzismo, sessismo, politica e identità personale.
Le sue vibranti esplorazioni di fotografia, video e versi donano nuova vita alle forme narrative tradizionali come il documentario sociale, l’autoritratto e la storia orale. Utilizza immagini d’archivio modificate, famose fotografie di notizie o crea scene ex novo per tracciare la storia e la rappresentazione delle persone afroamericane.
Nel 1983 il suo lavoro Family Pictures and Stories, istantanee di 35mm, accompagnate da testi e registrazioni, raccontano la storia di quattro generazioni della sua numerosa famiglia nelle varie migrazioni dal Mississippi. Anche se l’opera testimonia dure situazioni di razzismo, povertà e violenza, resiste all’assunzione automatica di una vittimizzazione delle persone nere.
Kitchen table, del 1989 è una serie in cui documenta la vita della donna nel suo quotidiano, attraverso scatti realizzati sempre dalla stessa angolazione nello stesso tavolo da cucina. Quest’opera consiste in scene di uno o due soggetti neri che rimuginano sulle diverse esigenze dei desideri personali, sulle relazioni romantiche, sulle sistemazioni domestiche e sugli obblighi del lavoro quotidiano.
Ha fatto parte del piccolo gruppo di artisti-curatori che hanno effettuato le selezioni per Licenza artistica: Six Takes on the Guggenheim Collection, nel 2019/20.
È artista residente presso la Syracuse University.
Con la sua arte indagato a fondo il ruolo delle tradizioni, il senso della famiglia, i rapporti interpersonali. La sua ricerca tocca problemi di genere, sesso e razzismo, mostrando in maniera intimistica delle tematiche universali.
La sua ricerca trova ispirazione nel Rinascimento di Harlem, movimento artistico-culturale afroamericano sorto verso l’inizio degli anni venti negli Stati Uniti. Mettendo continuamente in discussione il concetto di verità assoluta o sociale, nei suoi testi fotografici cerca di andare oltre le rappresentazioni rigorosamente positive o le demistificazioni negative delle identità nere per mostrare una visione alternativa delle comunità nere.
I suoi lavori sono stati esposti in tutto il mondo. Per il suo impegno ha ricevuto varie lauree honoris causa e numerosi e importanti premi internazionali.
#unadonnalgiorno