Ada Lovelace, matematica londinese, viene considerata la prima programmatrice della storia. Ha sviluppato il primo algoritmo espressamente inteso per essere elaborato da una macchina. Ha previsto il ruolo del moderno computer e, con la sua scoperta innovativa, gettato le basi della moderna informatica.
Questa donna è il mito degli informatici di ogni tempo. Nel 1843 ha sviluppato quello che viene considerato il primo software e capito che le macchine computazionali avrebbero potuto trascendere il campo dei soli numeri, elaborando qualsiasi tipo di informazione, dalle parole, alle immagini, alla musica.
Nata come Augusta Ada Byron nel 1815, era l’unica figlia legittima di Lord Byron, che, separandosi dalla madre, Anne Isabella Milbanke, l’abbandonò quando era piccolissima e non ebbe con lei alcun tipo di relazione. Nel 1829, a causa del morbillo, rimase paralizzata e costretta a rimanere a letto per quasi un anno. Solo nel 1831 tornò a camminare con l’aiuto di grucce.
La madre era una matematica e fece ogni sforzo per orientare la sua educazione verso questa materia, terrorizzata dall’idea che potesse dedicarsi alla poesia e seguire le orme paterne.
Fu allieva di Mary Somerville, illustre matematica che aveva scritto dei testi utilizzati all’Università di Cambridge e che le fece apprendere i principi fondamentali della scienza, ponendoli in una dimensione più vicina alla sfera filosofica e poetica. In seguito ebbe come tutore il celebre matematico e logico Augustus De Morgan, dell’Università di Londra, che la introdusse a studi di livello più avanzato di algebra, logica e analisi, fatto inconsueto per una donna del suo tempo.
Nel 1833, a un ricevimento, Ada Lovelace incontrò il matematico Charles Babbage, autore della macchina differenziale.
Nel 1835 sposò William King-Noel, e prese il titolo di Contessa di Lovelace. Ebbero tre figli, due maschi e una femmina.
Nonostante gli impegni coniugali, e cosa insolita per il tempo, Ada Lovelace perseguì la sua passione per la matematica per tutto il resto della sua vita. Affascinata dall’universalità delle idee di Babbage, iniziò a studiare i metodi di calcolo realizzabili con la macchina differenziale e quella analitica. Lo studioso, fu talmente colpito dalla sua intelligenza e abilità da soprannominarla l’incantatrice dei numeri.
Nel 1842, Babbage chiese a Ada Lovelace di tradurre in inglese il saggio scritto su di lui da Luigi Federico Menabrea, giovane ingegnere italiano e futuro primo ministro del Regno d’Italia, e di aggiungere eventuali note. In nove mesi, tra il 1842 e il 1843, la studiosa tradusse e commentò il materiale in maniera talmente accurata che il testo si ampliò. Grazie alle sue note, dalle venti pagine originali arrivò a circa cinquanta.
Menabrea, colpito dal suo lavoro, la spinse a integrare le sue annotazioni nella pubblicazione. I due matematici si scambiarono idee e prospettive sulle future possibilità delle macchine analitiche. Nel suo articolo, pubblicato nel 1843, Ada Lovelace descriveva tale macchina come uno strumento programmabile e, con incredibile lungimiranza, prefigurava il concetto di intelligenza artificiale, spingendosi ad affermare che la macchina analitica sarebbe stata cruciale per il futuro della scienza, anche se non riteneva che potesse divenire pensante come gli esseri umani.
Colpita da un cancro all’utero all’età di 36 anni, passò il suo ultimo anno di vita controllata da sua madre che le tenne lontani amici e confidenti e la persuase ad affidarsi alla religione. Lei, convinta materialista che aveva sempre perseguito i lumi della razionalità, fu in totale balia della volontà di sua madre che ne divenne anche l’esecutrice testamentaria.
È morta il 27 novembre 1852 e, dietro sua richiesta, seppellita accanto al padre.
Nel 1953, più di cento anni dopo la sua morte, furono ripubblicate le note di Ada Lovelace sulla macchina analitica di Babbage. La macchina è stata riconosciuta come un primo modello per il computer e gli appunti della studiosa come una descrizione di un computer dotato di software. Le sue note furono identificate alfabeticamente dalla A alla G. Nella nota G, Ada Lovelace descrive un algoritmo per la macchina analitica per calcolare i numeri di Bernoulli, che oggi viene generalmente riconosciuto come il primo programma informatico della storia, motivo per il quale è considerata in assoluto la prima programmatrice di computer.
Il linguaggio di programmazione Ada, il cui sviluppo è stato finanziato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, è così chiamato in suo onore.
Anche la moneta criptovaluta Cardano ADA, fondata nel 2017, con l’obiettivo di offrire un sistema finanziario equo ai popoli che non hanno sviluppato un accesso al sistema bancario tradizionale, ha preso il suo nome.
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