Nulla è importante a parte che tutto è importante.
Lorenza Mazzetti è stata un’artista che ha lasciato un segno profondo in ogni mondo che ha frequentato.
A cinema, pittura, poesia, letteratura, si è dedicata con la curiosità e la passione vitale di chi, come diceva lei stessa, ha «saldato i debiti con la vita ancor prima di viverla».
Il 3 agosto 1944, con la gemella Paola, fu testimone dell’eccidio dei familiari a Rignano sull’Arno.
Lo zio Robert Einstein, cugino di Albert, le aveva adottate piccolissime, perché rimaste orfane.
Un commando di tedeschi irruppe nella loro villa trucidando la zia e le cugine.
Lo zio, nascosto nel bosco, non resse e si suicidò l’anno dopo.
Fu un’esecuzione rimasta senza responsabili, una rappresaglia contro la famiglia dello scienziato odiato dai nazisti.
Di recente aveva trovato in rete e riconosciuto il volto del capitano delle SS, era andata in Germania a denunciarlo.
Ha sperato, fino all’ultimo, che la verità processuale confermasse quella che lei e la sua gemella sapevano essere la verità.