Emilie Flöge, designer e stilista viennese che ha dettato la moda agli inizi del novecento. Ha diretto con le due sorelle un importante atelier per 34 anni. Ha anche ispirato vari quadri di Gustav Klimt e di altri artisti della Secessione.
Nacque a Vienna il 30 agosto del 1874 da una famiglia della media borghesia. Cominciò a lavorare come sarta da giovanissima, raggiungendo alti livelli di fantasia e originalità che la portarono a affermarsi nel panorama dell’altra moda austriaca degli inizi del XX secolo. Aveva vinto anche un importante concorso che l’aveva portata a disegnare, con la sorella, un pezzo per una mostra prestigiosa. Nel 1890, la sorella Helene sposò Ernst Klimt. Un anno dopo, il giovane morì e il fratello Gustav, già affermato artista, divenne esecutore testamentario e tutore della nipote, ancora in fasce. Ebbe quindi modo di vivere molto casa Flöge dove iniziò a frequentare la diciassettenne Emilie che divenne una sua grande fonte di ispirazione e sua modella in varie occasioni.
Nel 1902 le ha dedicato Ritratto di Emile Flöge il suo primo dipinto nel quale compare la tipologia della “donna-gioiello”. Il quadro non venne apprezzato dalla famiglia della giovane e nel 1908 fu acquistato dalla città di Vienna. Diversi critici affermano che Flöge sia anche la donna inginocchiata ne Il bacio.
Nel 1904, la giovane aprì, con le due sorelle, il Salon Schwester Flöge nella capitale austriaca che divenne un faro nel mondo della moda attraendo tutte le clienti più altolocate della città arrivando a dare lavoro a circa 80 impiegati/e. Nel loro negozio, progettato da Josef Hoffmann, autore anche dello studio di Klimt, tra abiti larghi dalle fantasie colorate, trovavano posto anche affascinanti oggetti d’arte. C’erano sedie geometriche, tavoli a scacchi bianchi e neri che abitavano spazi rivestiti con moquette sottili e delicate. Avevano anche un logo dedicato. Come Klimt, con il suo stile provocatorio e l’arte per l’epoca giudicata “erotica”, Emilie Flöge aveva voglia di creare qualcosa di rivoluzionario nel mondo della moda. Molti dei suoi abiti venivano indossati senza corsetto (una rarità per l’epoca), e pendevano larghi dalle spalle con ampie maniche.
I due ebbero un’intensa e profonda relazione umana, artistica e culturale, anche se il pittore la tradì spesso. Non vissero mai insieme, ma è noto che furono compagni nella vita pubblica e privata. Alla morte di Klimt, nel 1918, fu lei a curarne il lascito testamentario.
Il grande bagliore acceso dai riflettori puntati sul suo compagno non hanno reso giustizia al suo lavoro. Quando Coco Chanel apriva il suo salone a Parigi nel 1910, Emilie Flöge confezionava abiti all’avanguardia già da diversi anni. Modelli a vita impero, maniche larghe e creazioni dettagliate ispirate ai ricami ungheresi e slavi. Le sue proposte segnavano un netto distacco dall’abbigliamento femminile dell’epoca. La sua idea di libertà si rispecchiava in un guardaroba morbido e rilassato, che evitava i corpetti costrittivi preferendo tagli facili da indossare, simili ai già diffusi abiti a grembiule e ai più moderni caftani, gli stessi che il pittore amava vestire quando dipingeva.
Emilie Flöge prediligeva silhouette giocose e fluttuanti, utilizzava stampe floreali e giochi cromatici metallici di ispirazione orientale, celebrando la libertà fisica, l’espressione di sé, la vicinanza alla natura e la vitalità di altre etnie. A guardare i ritratti della coppia, al tempo, col loro particolare abbigliamento, potrebbero sembrare due hippie degli anni ’70.
Alla fine della guerra un incendio distrusse la sua casa, comprese le sue collezioni e gli oggetti che aveva ereditato da Gustav Klimt. Emilie Flöge morì il 26 maggio 1952.
I suoi disegni, influenzati dai primi vagiti dei movimenti femministi, che di lì a poco avrebbero infiammato l’Europa, e le sue idee innovative continuano a influenzare gli stili di moda delle odierne passerelle.
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