Disha Ravi, giovane attivista ecologista è il nuovo volto della lotta contro il cambiamento climatico nel subcontinente indiano.
Nata a Bangalore, nel Karnataka, nel 1998, laureata in Economia e gestione aziendale, è una delle fondatrici della campagna Friday for Future India. Da tempo si batte per il contenimento dei gas serra e il rispetto dell’ambiente. Lavora in un’azienda che produce cibi organici.
Ha contribuito a piantare alberi, indetto decine di manifestazioni contro la plastica, pulisce i laghi, ha lanciato marce per chiedere interventi sul cambiamento climatico e si è espressa contro sessismo e pena di morte.
Il 14 febbraio 2021 è stata arrestata dall’unità di criminalità informatica della polizia di Delhi con l’accusa di incitamento all’odio contro il governo, cospirazione criminale, provocazione arbitraria con l’intento di provocare sommossa e promozione dell’inimicizia tra gruppi diversi.
La sua colpa è stata quella di avere aiutato a creare e condividere un documento contenente linee guida per sostenere a distanza la protesta dei contadini dell’India. Un vademecum che riporta petizioni da firmare, hashtag da usare sui social e molto altro.
Questo documento, subito ritwittato dall’attivista svedese Greta Thunberg e da molte altre influencer ecologiste, si ritiene sia stato creato per denigrare l’India agli occhi del mondo.
I sostenitori del premier Narendra Modi sono subito scesi in piazza per bruciare le foto delle donne che hanno osato immischiarsi negli affari indiani.
Disha Ravi è stata accusata di sedizione e cospirazione. Un arresto che vuole essere un monito del governo per tutte e tutti i dissidenti.
Da novembre, migliaia di agricoltori stanno protestando nelle piazze di Delhi contro la riforma agricola del governo che potrebbe lasciare i piccoli coltivatori alla mercé delle grandi società di distribuzione, non avendo più i prezzi fissi garantiti per i loro raccolti. Il governo, a fine settembre, aveva fatto approvare dal Parlamento tre leggi per liberalizzare la vendita dei prodotti agricoli andando nella direzione di un mercato unico. Queste insurrezioni rappresentano una sfida senza precedenti al governo nazionalista indù di Narendra Modi, il primo ministro indiano noto per le sue pratiche liberticide a scapito delle minoranze, che ha inviato varie volte agenti antisommossa e truppe paramilitari per sedare i rivoltosi. Le proteste hanno avuto un’eco globale, specie quando popstar come Rihanna hanno deciso di gettare luce sulle istanze dei contadini.
Durante la prima udienza, la polizia ha chiesto una custodia cautelare di cinque giorni, che si è poi trasformata in una richiesta di imprigionamento di 3 giorni, con il pubblico ministero che ha accusato la giovane donna di essere una cospiratrice e una pericolosa criminale – un’accusa che l’attivista ha negato con veemenza.
Bisogna considerare che in India, l’accusa di sedizione è considerata un crimine grave che nella peggiore delle ipotesi porterebbe all’ergastolo della persona accusata.
L’arresto di Disha Ravi ha scatenato una fortissima ondata di proteste che hanno condannato l’azione come “un attacco senza precedenti alla democrazia“.
Decine di politici dell’opposizione, tra cui vari esponenti del Partito del Congresso, hanno espresso rabbia, e in molte città migliaia di giovani di ogni età sono scesi/e in piazza per chiedere la sua liberazione. Alle proteste nel paese si è aggiunta poi anche un’ondata di indignazione internazionale, capitanata da Greta Thunberg e da tantissime altre attiviste che hanno lanciato l’hashtag #StandWithDishaRavi.
#unadonnalgiorno
