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Paula Becker

Paula Becker
Portrait der Künstlerin Paula Modersohn-Becker in der Veranda ihres Hauses, Detail, 1901, Foto: Atelier Schaub, Hamburg (Paula-Modersohn-Becker-Stiftung, Bremen)

Paula Becker è stata una pittrice tedesca esponente del primo Espressionismo.

In 14 anni di attività ha realizzato 750 dipinti, 1.000 disegni e 13 acqueforti. In tutta la sua vita ha venduto soltanto una delle sue tante opere.

Artista geniale, ha sfornato moltissimi capolavori e sfidato il pudore dell’epoca con i suoi autoritratti nudi.

Nata l’8 febbraio 1876 a Dresda da una famiglia benestante, a 12 anni si trasferì con la famiglia a Brema. Ricevette un’educazione aperta verso l’arte e la letteratura. Frequentò la scuola d’arte per donne di Berlino, entrando in contatto con la colonia di artisti di Worpswede, che credeva nell’importanza del ritorno alla natura, rifiutando l’impostazione accademica.

A Worpswede conobbe la scultrice Clara Westhoff che le insegnò diverse tecniche grafiche, iniziò a praticare la pittura all’aperto. In questo contesto conobbe anche Otto Modersohn, pittore e suo futuro marito.

Nel suo primo periodo artistico aveva una particolare maestria nella descrizione oggettiva della realtà. In seguito, la sua ricerca si volse a una sorta di espressionismo mitologico, il colore divenne sempre meno descrittivo, acquistando intensità simbolica e corposità. Le sue figure, di particolare potenza espressiva, erano ispirate all’arte primitiva.

Proponendosi di creare la grandezza attraverso la semplicità, Paula Becker traeva i suoi soggetti dal mondo contadino, prediligendo le donne.

La sua arte racconta il rispetto con cui queste donne lavoravano il pane e la terra, la cura religiosa con cui praticavano formule e rituali curativi, la consapevolezza con cui accompagnavano il passaggio tra vita e morte.

Nonostante fosse sposata, si trasferì con l’amica a Parigi dove venne ispirata dagli impressionisti, seguì lezioni di anatomia, visitò gallerie e musei, venne a contatto coi movimenti d’arte moderna e rimase folgorata dalla pittura di Van Gogh e Gaugin. Chiese agli artisti più innovativi dell’epoca di frequentare i loro studi, cosa piuttosto audace per i suoi tempi.

Quello parigino fu per lei un periodo molto creativo e interessante. Risale a quell’epoca il suo celebre autoritratto in cui figura nuda con un pancione che la mostrava incinta, anche se non lo era.

Il marito la convinse a tornare a casa. Rimase incinta per davvero, ebbe una gravidanza molto difficile e due settimane dopo la nascita della figlia Mathilde, Paula Becker morì, per un’embolia, il 21 novembre del 1907, aveva 31 anni.

È stata una geniale pittrice, meno conosciuta di altre, che ha osato guardare il mondo da una prospettiva tutta sua, sfidando stereotipi e canoni del suo tempo. 

Molti dei suoi dipinti rimasero nascosti per sua stessa volontà, ella li celava agli sguardi dei colleghi e anche del marito.

Paula Becker divenne famosa solo dopo la morte, all’inizio, grazie alle sue opere epistolari, pubblicate a partire dal 1917 e più volte ristampate.

Durante il Nazismo, la sua opera fu considerata “arte degenerata”, nel 1937, una settantina di suoi quadri furono confiscati dai musei tedeschi.

Nel 1958, si tenne una prima esposizione negli Stati Uniti.

Nel 1927 le è stato dedicato un museo a Brema, il Paula Modersohn-Becker Museum, il primo al mondo dedicato a una donna. Nel 1978 venne arricchito dalla collezione di famiglia ereditata dalla figlia Mathilde Modersohn.

Nel suo percorso, l’artista aveva esplorato le fonti più varie: dalla scultura gotica a quella di Rodin; dal Rinascimento italiano al barocco fiammingo e spagnolo; dalla pittura giapponese agli impressionisti e postimpressionisti, concentrandosi particolarmente intorno all’arte primitiva. I suoi corpi sono rappresentati in modo quasi ieratico, contenuti da contorni semplificati e densi, tinte robuste ma capaci di trascolorare, fino ad arrivare all’effetto ultra naturale di certi sfondi.

Paula Becker è stata una donna e un’artista che ha saputo rompere gli schemi e costruzioni del tempo, nella vita come nella sua arte.

#unadonnalgiorno

 

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