Beatrice Venezi è la più giovane direttrice d’orchestra d’Europa e una delle prime in Italia, che ne conta soltanto tre.
Si è esibita in teatri di rilievo internazionale in Canada, Giappone, Libano, Stati Uniti e altri ancora.
Nata a Lucca il 5 marzo 1990, inizia a suonare il pianoforte a 7 anni, ha avuto importanti maestri e mostrato fin da subito il suo grande talento.
Si è diplomata a soli 22 anni in pianoforte e direzione d’orchestra al Conservatorio di Milano e raggiunto traguardi importanti, come la direzione della Nuova Scarlatti di Napoli e dell’orchestra Milano Classica.
Nel 2018 è stata inserita da Forbes fra i/le 100 under 30 leader del futuro in Italia. Esperta del repertorio Pucciniano, fa parte del Pontificio Consiglio per la Cultura.
Nonostante non abbia molto ben chiare le istanze femministe, soprattutto riguardo alla lingua che determina la mentalità, il suo impegno per la parità di genere è culminato nel libro Le sorelle di Mozart. Storie di interpreti dimenticate, compositrici geniali e musiciste ribelli, del 2020. La sua originale operazione di recupero della storia delle musiciste, sovente dimenticate dalla narrazione collettiva.
Ha un account Instagram seguito da decine di migliaia di persone.
Ama la musica a 360 gradi, dalla classica all’elettronica, ama sperimentare e connettere tipi differenti fra loro, il suo sogno è avvicinare i giovani e le giovani alla musica classica e costruire un’educazione musicale all’ascolto, condivisa e accessibile a chiunque.
Io sono figlia degli anni ’90. Allora spopolavano i Backstreet Boys, le Spice Girls, Britney Spears. I ragazzi si affezionavano prima ai personaggi e, di conseguenza, alle loro canzoni. Io cerco di fare lo stesso con la musica classica.
È anche bellissima e non rinuncia alla sua femminilità per omologarsi ai canoni maschili del direttore d’orchestra.
Il suo grande e quotidiano impegno è smontare quanto di convenzionale esiste ancora nel suo mondo, cercando di dare una sferzata ad abitudini sempre troppo radicate.
Sul podio indosso abito da sera e tacchi alti; non devo mascherarmi da uomo per dimostrare che so dirigere un’orchestra.
E ancora:
Bisogna cambiare la regola. Dobbiamo puntare a una pari dignità sul lavoro, una pari retribuzione, una pari possibilità di accedere a posizioni apicali. Non servono le quote rosa, che farebbero sentire noi donne una specie protetta del Wwf. Sarebbero molto più utili gli asili nido nelle aziende, nelle università, nei teatri.
#unadonnalgiorno