Nella realizzazione di un film non c’entra se sei un uomo o una donna. È una questione di sensibilità, duro lavoro e amore per quello che fai. Ma le donne raccontano storie diverse: ci sarebbero molte più storie nel mondo se le donne girassero più film.
Jane Campion, regista, sceneggiatrice e produttrice cinematografica neozelandese. Prima e unica donna a vincere la Palma d’oro al Festival di Cannes e a ricevere due nomination per l’Oscar alla regia, che ha vinto nel 2022.
I suoi film hanno spesso come protagoniste donne oppresse o in condizioni sfavorevoli. Ricchi di riferimenti colti di letteratura e musica, narrano vicende fortemente emotive, evitano i toni romantici privilegiando l’ambito razionale e descrittivo.
L’originalità dei temi e la complessità del suo stile la rendono una delle maggiori registe cinematografiche contemporanee.
Nata a Waikanae, in Nuova Zelanda, il 30 aprile 1954, dopo una laurea in antropologia, si è trasferita alla scuola d’arte e in seguito alla scuola di cinema. Nel 1982 ha realizzato il suo primo cortometraggio, Peel-An Exercise in Discipline, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes del 1986.
Nel 1989, ha diretto il suo primo film per il grande schermo, Sweetie, vincitore di molti premi internazionali. L’anno dopo c’è stato Un angelo alla mia tavola, tratto dal romanzo autobiografico della poeta neozelandese Janet Frame, che ha vinto numerosi premi tra cui il Leone d’argento a Venezia.
Il grande successo è arrivato nel 1993 con Lezioni di piano, che ha vinto la Palma d’oro a Cannes, più di trenta riconoscimenti internazionali e ben otto nomination agli Oscar conquistandone tre (miglior sceneggiatura originale, miglior attrice protagonista, miglior attrice non protagonista). In questo film Jane Campion è riuscita a condensare la lotta tra i sessi, la scoperta del desiderio e la fascinazione per il proprio lato oscuro. È stata probabilmente la la prima volta che si raccontava qualcosa al cinema con una visione così femminile.
Dopo Lezioni di piano, ha diretto Ritratto di signora nel 1996 e Holy Smoke nel 1999, scritto insieme alla sorella Anna Campion. In the Cut è del 2003 e Bright Star del 2009.
Nel 2006 ha scritto e diretto il cortometraggio The Water Diary, realizzato in collaborazione con il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite per promuovere la campagna dedicata agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio lanciata da Kofi Annan nel 2000.
Si è occupata tanto di televisione, che considera un territorio più libero dove le storie delle donne possono essere più audaci.
Cerco di rappresentare donne reali, che non tentano di attrarre lo spettatore: sono loro stesse senza scusarsi.
Dovremmo imporre che il 50% dei film prodotti siano realizzati da donne. Immediatamente la cultura cambierebbe.