Kamala Harris, prima donna a ricoprire la carica di vicepresidente degli Stati Uniti.
Fa parte del Partito Democratico e assumerà la carica il 20 gennaio 2021, insieme al presidente eletto (ed ex vicepresidente) Joe Biden, dopo aver sconfitto il presidente in carica Donald Trump e il vicepresidente Mike Pence, nelle elezioni presidenziali del 2020.
Nata il 20 ottobre del 1964 a Oakland, in California, è una delle due senatrici che rappresentano lo stato. L’altra è Dianne Feinstein.
Sua madre, Shyamala Gopalam, biologa attiva nella ricerca sul cancro al seno, era arrivata negli USA dal Tamil Nadu, India, nel 1958 per studiare all’Università di Berkeley. Suo padre, Donald J. Harris, professore emerito di economia alla Stanford University, era arrivato negli Stati Uniti dalla Giamaica britannica, nel 1961.
Laureata alla Howard University in scienze politiche e economia, si è poi laureata in giurisprudenza all’Hastings College of the Law nel 1989. È stata procuratrice generale della California, ruolo che ha ricoperto fino al 2016.
Nel 2017, ha prestato giuramento come senatrice degli Stati Uniti sempre per lo stato della California, diventando la prima senatrice di origini indiane nella storia degli Stati Uniti.
Le sue posizioni – dall’assistenza sanitaria per tutti a una riforma del sistema fiscale, passando per l’aumento del salario minimo fino alle questioni ambientali – sono vicine a quelle di Biden e dell’ala progressista del partito.
Kamala Harris ha conquistato un seggio in Senato nel 2016, proprio l’anno della vittoria di Donald Trump. E al presidente in carica ha subito dichiarato guerra, non ritenendolo adatto alla ‘sua’ America, quella di milioni di donne e minoranze.
Il Senato l’ha proiettata sul palcoscenico della politica nazionale con gli ‘interrogatori’ all’ex ministro della giustizia Jeff Session e quelli a Brett Kavanaugh, nominato alla Corte Suprema da Trump. Nel gennaio 2019 si è candidata per le primarie democratiche, ma, nonostante ci abbia messo anima e corpo, è stata costretta al ritiro. È però diventata un volto familiare per l’elettorato democratico. A dicembre 2019 ha ritirato la sua candidatura dando il suo appoggio a Biden. L’11 agosto 2020 Joe Biden, candidato presidenziale democratico, l’ha nominata per la vicepresidenza. La sua grinta e le sue capacità si sono messe in mostra proprio grazie al duro scontro con Joe Biden, per il quale si era rivelata una delle rivali più agguerrite: molti ricordano l’aspro confronto fra i due nel corso di uno dei dibattiti. Harris ha rinfacciato a Biden di essersi compiaciuto della collaborazione con due senatori segregazionisti negli anni ’70 e – non contenta – ha raccontato all’America di conoscere una ragazzina nera che per fortuna era potuta andare in una scuola migliore grazie a un servizio di scuolabus per le minoranze che vivevano nei quartieri più disagiati, servizio al quale – ha ricordato – il senatore Biden si era opposto. “Quella ragazzina ero io”, ha rivendicato con orgoglio.
«Il Dottor King mi ha sempre ispirato perché era una figura gigante. Il suo modo di essere ha spronato ognuno di noi, e continua a farlo, a essere persone migliori proprio come lo fa il nostro Paese». Queste le parole scelte da Kamala Harris per lanciare la sua campagna elettorale. Un giorno non casuale: era il 20 gennaio 2019, il Martin Luther King Day, da cui la donna ha ammesso di trarre ispirazione.
In passato aveva appoggiato la proposta del senatore Bernie Sanders per un sistema sanitario interamente pubblico, ma successivamente è tornata su una posizione più vicina a quella di Biden, a favore di un sistema misto. Insieme ad Alexandria Ocasio-Cortez ha introdotto il Climate Equity Act, che ha come obiettivo la creazione di un ufficio per la responsabilità di giustizia ambientale e climatica alla Casa Bianca.
Dopo l’annuncio di Joe Biden, la senatrice ha condiviso un video online, ripercorrendo le tappe della sua carriera e non lesinando le critiche all’amministrazione Trump: “Nel mezzo di una pandemia, il presidente sta tentando di smantellare il sistema sanitario. Mentre le piccole imprese chiudono, lui agevola i suoi ricchi donatori. E quando la gente chiede aiuto, lui risponde usando i gas lacrimogeni“.
Particolarmente apprezzata è stata anche la sua performance nello scontro con Mike Pence. In un dibattito con questi, con tono perentorio ha prontamente stroncato ogni tentativo di interruzione del rivale. “Mr. Vice President, I’m speaking” è stata infatti la risposta che più volte Kamala Harris ha utilizzato per bloccare sul nascere ogni intromissione del suo rivale. Una risposta indirizzata non solo a Pence, ma anche a Donald Trump, che in occasione del primo dibattito contro Biden aveva usato questa strategia per provare a mettere in difficoltà il candidato democratico.
Grande è l’aspettativa nei confronti di Kamala Harris in materia di politiche rivolte alle donne, all’ambiente, ai diritti umani e alle minoranze. Facciamo il tifo per lei sperando che salvaguardi la sua tenacia e determinazione. Il suo primo discorso pubblico dopo l’elezione, in cui si è rivolta alle donne, di ogni etnia, troppo spesso sottovalutate e ignorate, dicendo che lei è la prima ma non sarà l’ultima, fa già ben sperare.
Facciamo il tifo per lei, che, tra l’altro, vista l’età del neo presidente, sarebbe destinata a riceverne l’eredità e potrebbe essere la prossima premier della nazione più importante del mondo.
#unadonnalgiorno