Plautilla Bricci nata a Roma il 13 agosto 1616 e morta il 13 dicembre 1705, è stata architetta e pittrice italiana. Molto probabilmente è stata la prima architetta della storia occidentale. O architettrice, come ella stessa si definì nel contratto per la costruzione della Villa del Vascello, la sua opera più famosa.
Nella sua vita ha incrociato Borromini, Bernini, Pietro da Cortona, Artemisia Gentileschi. Ha frequentato uomini potenti, papi e cardinali, e di uno specialmente, l’abate Elpidio Benedetti, agente e consigliere del temibile cardinale Mazzarino, è stata amica di una vita. Ha coltivato sogni ambiziosi, lasciando tracce di sé in alcuni dei luoghi più amati e simbolici di Roma, da Piazza del Popolo alla Chiesa di San Luigi dei Francesi.
Figlia del pittore, drammaturgo e musicista Giovanni Briccio, fu avviata dal padre alla sua carriera. Sua madre si chiamava Chiara Recupita. Nonostante le poche notizie sulla sua vita, è considerata l’unica donna italiana della sua epoca (e, probabilmente, di tutto l’Occidente) a cui siano attribuite realizzazioni architettoniche.
Vivevano al Babuino, al tempo zona di bassifondi: era il borgo degli zingari e la zona degli artisti, una specie di terra di frontiera dove si trovavano sia i palazzi dei pittori famosi che di quelli meno noti o di passaggio a Roma. Ci abitava il Cavalier d’Arpino, maestro di Briccio e di Artemisia Gentileschi, ci vivevano anche le comunità dei fiamminghi, tutte le sere ubriachi per le taverne. A Piazza del Popolo c’era già una piccola chiesa che apparteneva ai frati carmelitani. A loro, il padre di Plautilla regalò un pala d’altare, dipinta dalla figlia. Raccontando che in realtà la bambina, in difficoltà nel tratteggiare il volto di Maria, si era addormentata. Al risveglio il dipinto era finito: era stata la Madonna a completarla. Si gridò al miracolo. La pala venne esposta diventando un oggetto di culto. Il quadro è ancora lì.
Per il padre, malato e con poco da vivere, fu una scelta fatta per orientare il destino della figlia: aprirle il mercato devozionale, ma si trasformò in un’enorme trappola, perché l’opera divenne più famosa di lei: fino al Settecento si ricorda l’autrice, una vergine bambina, poi l’origine si perde le rimane solo un’icona, come le tante Madonne senza autore sparse per le chiese. Il dipinto rimase lì anche quando, a fine Seicento, si edificò la nuova chiesa su progetto del Bernini. Della fanciulla prodigio non si seppe più nulla. Non si hanno notizie circa la sua formazione artistica, si sa per certo che era amica della pittrice suor Maria Eufrasia della Croce, sorella dell’abate Elpidio Benedetti – consigliere a Roma del Cardinale Mazzarino, poi del re di Francia – che le affidò i due importanti lavori a cui deve la fama.
Plautilla progettò Villa Benedetti, sulla via Aurelia presso la porta S. Pancrazio, denominata, per la sua forma, il Vascello. La prima pietra fu posta nel 1663, data di cui farebbe fede l’iscrizione di una lamina di piombo collocata nelle fondamenta. Partecipò anche alla decorazione interna, accanto a importanti pittori dell’epoca. A lei si dovevano un affresco rappresentante la Felicità circondata da figure allegoriche e la pala d’altare della cappella, con l’Assunzione della Vergine, che non sono giunti fino a noi. Nel corso dell’assedio dei francesi alla Repubblica romana nel 1849, al Vascello si asserragliarono i difensori, giovani volontari venuti da tutta Italia. Il Vascello diventò il simbolo della Resistenza del sogno rivoluzionario, di democrazia e libertà. I francesi lo distrussero a cannonate, un piano dopo l’altro. Alla fine, rimasero un muro e una montagna di macerie. L’attuale villa, acquistata dalla famiglia Pamphilj, ma riedificata sulla base di un altro progetto, è stata ceduta e rivenduta diverse volte; dagli anni Ottanta è sede del Grande Oriente d’Italia. Solo in anni recenti è stato rintracciato il contratto iniziale dal quale si evince, che la villa l’aveva costruita proprio lei, Plautilla.
Oltre alla Villa del Vascello ha lavorato e decorato anche la Cappella di San Luigi nella chiesa di San Luigi dei Francesi. Tra le sue opere pittoriche: Madonna con bambino, olio su tela, in Santa Maria in Montesanto; Presentazione del Sacro Cuore di Gesù al Padre Eterno, tempera su tela, ai Musei Vaticani; Nascita di San Giovanni Battista, olio su tela, a Poggio Mirteto, Chiesa di san Giovanni Battista. Fece parte dell’Accademia di San Luca. Un’altra opera, in collaborazione con il fratello, fu la sistemazione del palazzo Testa-Piccolomini a Montecavallo effettuata presumibilmente dopo il 1670.
È stata la scrittrice Melania Mazzucco a riportare alla luce la sua storia, in un romanzo storico, andando a fondo agli scarsi riferimenti biografici della storia di Plautilla, restituendole un valore dimenticato da 400 anni.
Quando pose la prima pietra alla fondazione della Villa da lei progettata, Plautilla Bricci fece tracciare su una lamina di piombo una scritta in cui rivendicava di essere celebre come pittrice e architettrice. Mi piace dunque ricordarla così. Romana, figlia di un pittore minore e autore di teatro piuttosto geniale, nel corso della sua lunga vita riuscì a farsi conoscere come valida pittrice e a diventare addirittura la prima architetta dell’Europa moderna. Fu certo suo padre a educarla al mestiere della pittura, ma quello dell’architettura fu un sogno tutto suo, che coltivò quasi in segreto finché non incontrò un uomo, l’abate Elpidio Benedetti, che le diede la possibilità di cimentarsi nell’impresa di realizzarlo.
In realtà, c’erano nella metà del Seicento a Roma molte artiste, ma se ne è persa memoria, solo una lettura della pittura femminile potrebbe riportarle in vita.
Condizionata da un padre che la voleva santa, negata dall’uomo col quale aveva concepito i suoi progetti, Plautilla ha anche scontato la sorte delle donne sole: senza discendenza, vissuta così a lungo da sopravvivere alle persone più vicine, senza qualcuno che ne difendesse la memoria, è stata dimenticata. Anziana e stanca, si trasferì a Trastevere, in uno di quei conventi per donne sole. Tagliando i ponti con la gloria.
Grazie al lavoro certosino e alla tenacia di Melania Mazzucco, e ancora prima alla ricerca di Consuelo Lollobrigida, oggi conosciamo la storia di Plautilla, fine pittrice e architetta, la prima della storia occidentale.
#unadonnalgiorno