Una mente geniale e ribelle, un fascino fuori dal comune. Lou Von Salomé, la prima psicanalista della storia. Una donna con la rivoluzione nel sangue, di profonda sensibilità e dotata di una incredibile capacità di osservazione.
Nata il 12 febbraio 1861, a San Pietroburgo, unica femmina dei sei figli. Sin da piccola aveva manifestato un’intelligenza vivida e sensibile e una personalità indipendente e ribelle. Parlava il russo, il francese e il tedesco in maniera fluente. Studiò privatamente, con Hendrik Gillot, un pastore luterano che si innamorò, non ricambiato, di lei al punto da lasciare sua moglie. All’età di 19 anni aveva già acquisito una vasta cultura umanistica e cominciato a scrivere, creando i presupposti per una futura carriera di scrittrice.
Ammalata di tisi, si trasferì nella calda Italia, a Roma, dove, nel salotto dell’attivista per i diritti delle donne Malwilda Von Meysenburg, conobbe il filosofo Paul Rée e il suo amico Friedrich Nietzsche.
S’instaurò un triangolo amoroso che portò i due a competere, inutilmente, per il suo cuore e che li vide vivere insieme sotto lo stesso tetto, condividendo un amore platonico e tre stanze. Cosa scandalosa e, perfino, illegale per le leggi dell’epoca. Una specie di cameratismo ascetico, poiché ella credeva fermamente che solo una rigidissima astinenza aiuti a ottenere alti risultati intellettuali. Qualsiasi tentativo di Nietzsche nello spingerla verso lo spirito dionisiaco fallì miseramente. Il filosofo le chiederà ripetutamente, ma invano, di sposarlo. Due anni dopo, sconfortato, abbandonò il sodalizio e, cominciò a scrivere la sua opera più rappresentativa, “Così parlò Zarathustra“.
Fiera portatrice dell’alterità, aveva fin da subito rivendicato con orgoglio la propria eccezionalità. Una mente, geniale e versatile, sempre alla ricerca di nuovi stimoli. La lettura di Spinoza la convinse a lottare per la libertà di pensiero e della necessità di scrollarsi di dosso ogni ingerenza religiosa o statale. Nietzsche la chiamerà “mente gemella”.
Nel 1887 Lou von Salomé sposò l’orientalista Carl Andreas, dal quale acquisì il cognome che accompagna spesso il suo; questi era un uomo colto e austero, di quindici anni più grande di lei, che lei amò con un sentimento fraterno; tra i due ci fu un matrimonio ‘bianco’. Il loro sodalizio durò oltre trent’anni e non si ruppe mai definitivamente, nonostante le reciproche infedeltà.
Divenne un’affermata scrittrice, anche se inizialmente utilizzava uno pseudonimo maschile.
Nel 1894, quando ormai Nietzsche aveva sviluppato un evidente disagio psichico che lo stava lentamente portando alla follia, Lou von Salomé pubblicò la biografia che gli aveva dedicato, un testo che ci permette, ancora oggi, di avere uno sguardo davvero privilegiato sul filosofo dell’eterno ritorno.
Nel 1897 la donna, trentaseienne, conobbe il poeta boemo Rainer Maria Rilke (all’epoca poco più che ventenne), con il quale ebbe una intensa relazione sentimentale che decise di interrompere nel 1901, anno nel quale il corpo senza vita di Paul Rée fu trovato sulle montagne dell’Engadina. Durante il loro rapporto, Lou e Rainer si recarono due volte in Russia e in una delle due visite incontrarono Lev Tolstoj. Rainer le dedicò alcune raccolte di poesie, tra le quali Dir zur Feier (In tuo onore) e Lou gli dedicò due libri, In Russia con Rainer e Rainer Maria Rilke: un incontro. Secondo alcuni, Lou non ebbe mai una vita sessuale con il marito e il suo primo rapporto sessuale fu proprio con Rilke (al quale, tra l’altro, attribuì il nomignolo Rainer con il quale il poeta è rimasto famoso). Il legame con Rilke rimase vivo nonostante la conclusione del loro rapporto d’amore. La continuazione di questo scambio le permise di presentargli il fondatore della psicoanalisi, Sigmund Freud. Appassionata cultrice di psicologia, nel 1911, dopo aver partecipato al III Congresso di psicoanalisi di Weimar, era entrata nel gruppo di lavoro del grande maestro, collaborando anche alla sua rivista “Imago” con scritti e poesie sulla sessualità.
Freud si trovò a scrivere di lei:
Chi le è stato maggiormente vicino traeva la più forte impressione dalla purezza e dall’armonia del suo essere, e rimaneva stupito di come ogni debolezza femminile, e fors’anche la maggior parte delle debolezze umane, le rimanesse estranea, o fosse stata da lei superata nel corso della vita.
Fra i due resterà sempre un’affettuosa corrispondenza epistolare.
Iniziò a praticare la psicoanalisi, prima donna a esercitare la professione, fino all’avvento del nazismo che bandì le cosiddette scienze ebraiche.
Si è dedica alla professione fino al 1937, anno della sua morte avvenuta nella sua casa a Gottingen, il 5 febbraio, all’età di 76 anni.
Lou von Salomé è stata un faro illuminante, un’irresistibile dispensatrice di lezioni di vita per le menti di fine Ottocento. Femminista, confidente, amante capace di nobilissimi sentimenti, suscettibile al solo fascino dell’intelligenza, ha saputo intuire lo spirito più recondito degli uomini che ha frequentato indirizzandone la sensibilità verso le più alte espressioni intellettuali e artistiche.
Lou von Salomé è stata ‘moderna’ nella mente e nel modo di vivere, una vera rivoluzionaria, esempio di pensiero critico che sa distinguersi da tutto il resto, ancora oggi. Una donna audace e irriducibile a qualsiasi schematizzazione.