Nadia Comăneci è stata una famosissima ginnasta rumena modello di determinazione e impegno. È passata alla storia per il “10 perfetto” alle Olimpiadi di Montreal del 1976.
Considerata la più grande ginnasta e una delle più grandi atlete del XX secolo, è stata la prima a ottenere il massimo punteggio, 10, ai Giochi olimpici, dove ha vinto cinque medaglie d’oro.
L’unica atleta ad aver ricevuto l’Ordine olimpico per ben due volte (1984, 2004), e anche la più giovane. La United Press International la nominò “Atleta femminile dell’anno” nel 1975 e nel 1976.
Nata nel 1961, Nadia Comăneci aveva iniziato a fare ginnastica artistica a 6 anni e da allora aveva infilato un successo e un record dopo l’altro. Da quel momento la sua routine è cadenzata dagli allenamenti, interrotti solo dal giorno delle gare. Una vita morigerata e una dieta severissima. Si dice che l’agonismo iniziato nell’infanzia rallenti la crescita delle ossa perché i muscoli induriti creano un effetto bonsai. A soli 14 anni divenne la stella delle Olimpiadi di Montréal 1976. Il 18 luglio diventò la prima ginnasta ai Giochi olimpici a ricevere il massimo punteggio ottenibile alle parallele asimmetriche. La votazione, dopo una prestazione stupefacente, fu ritardata poiché i computer erano programmati per registrare votazioni fino al 9,99 mentre il “10” non era assolutamente previsto, data la difficoltà molto elevata nel riceverlo.
Tornata in Romania dopo i successi olimpici canadesi, divenne una celebrità. Ceaușescu, il dittatore, la invitò spesso a palazzo e venne insignita delle più grandi onorificenze rumene, tra le quali quella di eroina del lavoro socialista rumeno. Fu usata come il maggior vanto propagandistico di regime e il prestigio della Romania ebbe per lei un prezzo altissimo: fu costretta a diventare a 15 anni l’amante del figlio del dittatore, l’alcolizzato Nicu Ceaușescu, che ha sottoposto Nadia ad abusi fisici e sessuali per cinque anni.
Una relazione forzata basata su violenze fisiche e psicologiche, intervallate dagli allenamenti e dalle gare internazionali in cui quella che tutti chiamavano “il piccolo robot” ma anche la Fata dei Carpazi, continuava a rastrellare medaglie. Si svegliava alle 5.30, si allenava dalle 6 alle 8, andava a scuola, pranzava, riposava un’ora, faceva i compiti, si allenava di nuovo fino all’ora di cena e poi non usciva più. Mangiava 100 grammi di carne a pranzo e 50 la sera, 3 vasetti di yogurt al giorno, 200 gr di verdure a pasto, tre frutti. Non poteva mangiare pane, patate, zucchero, olio.
La giovane Nadia non aveva il coraggio di ribellarsi e fuggire dal regime. Ingrassò, tentò il suicidio bevendo un bicchiere di candeggina. Il regime occultò lo scandalo e la rimise in pista. Alle Olimpiadi di Mosca, quattro anni dopo, la giuria corrotta le negò il bis per premiare le atlete di casa.
Dopo la fuga in Occidente dei suoi duri allenatori (è opinione che fino a 16 anni le furono somministrati ormoni per impedirle una crescita completa del corpo), tra cui Béla Károlyi (noto per imporre alle ginnaste di assumere solo 900 calorie al giorno per mantenere un corpo snello e l’agilità che occorre per eseguire gli esercizi), all’atleta furono vietati i viaggi all’estero, temendo che anche lei fuggisse come oppositrice. Nadia Comăneci si ritirò dalle competizioni nel 1984, poco prima dei Giochi della XXIII Olimpiade di Los Angeles. Per un periodo allenò le giovani ginnaste rumene, poi fuggì dal paese la notte del 27 novembre 1989, a piedi, camminando per 6 ore, attraversando il confine con l’Ungheria dove c’era un suo amico pronto ad attenderla con l’automobile. La fuga la portò dapprima in Ungheria, poi in Austria, in Canada ed infine negli Stati Uniti, dove fu accolta come rifugiata politica; in una intervista ha dichiarato che sarebbe voluta fuggire molti anni prima, ma non aveva mai trovato nessuno disposto ad aiutarla. Ebbe il permesso di tornare dopo la rivoluzione rumena del 1989 che spodestò il dittatore al potere dal 1967.
In America, si è occupata della promozione di prodotti di abbigliamento sportivo ed è stata modella per abiti da sposa. Nel 1994, ha rincontrato Bart Conner, l’atleta che aveva preso la cotta per lei a Montreal nel 1976. Si sono sposati nel 1996 e nel 2006 hanno avuto il loro unico figlio, Dylan Paul Conner.
Nel 1999 è stata la prima atleta invitata a parlare alle Nazioni Unite per lanciare l’Anno internazionale dei volontari. È impegnata nella ginnastica e in attività di beneficenza. Con il marito è proprietaria dell’Accademia di ginnastica Bart Conner (che conta 1000 studenti), dell’International Gymnast Magazine, della compagnia di produzione The Perfect 10 e di 4 negozi di articoli sportivi.
È vicepresidente del consiglio di amministrazione dell’International Special Olympics, presidente onoraria della federazione rumena di ginnastica e del comitato olimpico rumeno, ambasciatrice dello sport della Romania, vice presidente del consiglio di amministrazione di un’associazione per la lotta alla distrofia muscolare. È stata anche impegnata nell’apertura della Clinica per bambini Nadia Comaneci a Bucarest. Nel dicembre 2003, ha pubblicato il suo primo libro, intitolato Letters to a Young Gymnast. Vive tra USA e Romania.
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