Lilian Ngoyi, nota anche come Ma Ngoyi, è stata la “madre della resistenza nera” del Sudafrica.
Prima donna eletta nel comitato esecutivo dell’African National Congress (ANC), ha contribuito alla nascita del movimento politico Federation of South African Women.
È stata l’organizzatrice della famosa Women’s March del 1956.
Nonostante abbia avuto un ruolo chiave e da pioniera nella lotta contro l’apartheid e per i diritti delle donne, ha vissuto gran parte della sua vita come persona bandita, morendo in miseria e, ancora oggi non è stata scritta una sua biografia degna di questo nome.
Nacque col nome di Lilian Masediba Matabane il 25 settembre 1911, a Pretoria, in una famiglia povera, madre domestica e padre minatore. Aveva completato le scuole medie, traguardo non da poco per una giovane nata nelle sue condizioni.
A Johannesburg è stata una delle prime tirocinanti infermiere nere presso il City Deep Mine Hospital.
Rimasta incinta a 19 anni, a 26 era già vedova e col suo lavoro di operaia manteneva la sua famiglia e gli anziani genitori.
La politica ha cambiato la sua vita.
Oratrice eccezionale, che parlava la lingua della classe operaia, aveva la capacità di mobilitare folle e svegliare gli animi delle donne.
Entrata nell’ANC nel 1953, in poco tempo ne aveva scalato i vertici.
Per la Women’s International Democratic Federation, considerata un’organizzazione del Fronte Sovietico, ha partecipato a conferenze e tour di propaganda in Europa, Cina e URSS.
Rientrata in Sudafrica, è stata promotrice della Marcia delle Donne di Pretoria del 9 agosto 1956, il più grande raduno femminile nella storia del paese. Una manifestazione nata per protestare contro l’Urban Area Act, decreto che obbligava le persone nere a esibire speciali lasciapassare per entrare nelle zone urbane abitate dai bianchi.
Arrestata con l’accusa di tradimento e messa in isolamento per 71 giorni, perse il lavoro in fabbrica e la sua vita da quel momento è stata un susseguirsi di patimenti e privazioni.
Sottoposta a tre ordini di interdizione di cinque anni, ha vissuto bandita e ai margini. Non poteva incontrare più di tre persone alla volta, non poteva partecipare a conferenze, andare al cinema o accettare inviti a matrimoni, funerali o feste di alcun tipo.
Gli ordini di divieto posero fine alla sua carriera politica e gradualmente erosero la sua capacità di guadagnarsi da vivere. La polizia di sicurezza faceva spesso irruzione nella sua casa, allontanando i potenziali clienti. Per sopravvivere era costretta a fare affidamento su sporadiche donazioni.
Non poteva contare su alcun contributo governativo perché non era la moglie di un leader dell’ANC, né di un uomo esiliato e neppure poteva essere sostenuta dall’International Defence and Aid Fund, che aiutava le famiglie dei prigionieri politici.
Il 13 marzo 1980, due mesi prima della scadenza del suo terzo ordine di divieto, si è spenta, all’età di 69 anni.
In occasione del cinquantesimo anniversario della marcia del 1956, la piazza in cui si riunirono le donne a Pretoria è stata ribattezzata Lilian Ngoyi Square.
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