In principio, la donna era il sole. Una persona vera e autentica. Ora è la luna, una luna malata, succube, che riflette la luce.
Raichō Hiratsuka, scrittrice e giornalista, pioniera del femminismo giapponese e importante voce pacifista, è stata un’importante luce che ha illuminato i movimenti femminili nel primo ventennio del Ventesimo secolo.
Ha fondato Seitō, la prima rivista femminista del paese e si è impegnata per ottenere il diritto di voto per le donne.
Proponeva l’ideale della atarashii onna (nuova donna) che si opponeva alla morale preesistente con la convinzione che le donne avessero il diritto di esprimersi in quanto esseri umani.
Nata a Tokyo il 10 febbraio 1886 con il nome di Haru Hiratsuka e figlia di un impiegato statale di alto rango, è stata una delle pochissime donne che ai tempi avevano accesso all’Università, dove, nonostante l’opposizione del padre, ha studiato letteratura.
Il Giappone in piena Rivoluzione Meiji, si era aperto a conoscenze e correnti derivanti da Europa e Stati Uniti che le consentirono di entrare a contatto con filosofia, l’arte e la storia europea.
Particolarmente importante nella sua formazione è stata l’influenza della scrittrice femminista svedese Ellen Key, di cui ha tradotto alcuni lavori.
Adottando il nome d’arte Raichō, che significa “uccello di tuono”, chiamava le donne a una rivoluzione spirituale.
Dopo la laurea era entrata nella Scuola inglese femminile Narumi dove, nel 1911, ha fondato la prima rivista letteraria di sole donne, Seitō, che significa calze blu, termine usato in modo dispregiativo per indicare le donne che si occupavano di lettere. Dopo i primi tempi in cui vi si leggeva di letteratura femminile, aveva cominciato a scrivere di uguaglianza di genere e emancipazione femminile.
Pubblicata a ogni primo del mese fino al 1916, si avvaleva di prestigiose collaborazioni ed era distribuita in tutto il paese, diffondendo l’idea di un cambiamento radicale che rifiutava la tradizionale società patriarcale.
A causa delle idee anarchiche che riguardavano temi scottanti come aborto, sessualità femminile e prostituzione, diversi articoli vennero censurati dallo stato che alla fine ne aveva decretato la chiusura.
Nel 1913 ha pubblicato il saggio Alle donne del mondo in cui mette in discussione l’idea di una femminilità idealizzata fatta di dolore, sacrificio e pazienza a favore degli uomini.
Negli anni successivi si è dedicata alla politica, in particolare a favore dei diritti delle donne e si è schierata contro le guerre.
Interessandosi alle condizioni delle lavoratrici nel tessile, nel 1920 ha fondato, insieme a Fusae Ichikawa, Shin Fujin Kyōkai l’Associazione delle donne nuove, che hanno sostenuto anche avviando diversi scioperi. È stato attraverso gli sforzi di questo gruppo che l’Articolo 5 del Regolamento della polizia per la sicurezza fu fatto abolire nel 1922. L’articolo, entrato in vigore nel 1900, aveva fino a quel momento vietato alle donne di far parte o seguire organizzazioni politiche.
La sua opera più importante è l’autobiografia In the Beginning Woman Was the Sun, che sostiene la repressione graduale dell’individualità femminile nella società. Il messaggio di fondo è quello di rifiutare la relegazione ai ruoli domestici e la condizione inferiore rispetto al genere maschile promuovendo la riscoperta della creatività e del potenziale femminile.
Nel 1941, dopo anni di relazione, ha sposato l’artista Hirosho Okumura, con cui aveva avuto due figli fuori dal matrimonio, dimostrando la propria determinazione e libertà anche nella vita privata.
Prima della seconda guerra mondiale si era ritirata in campagna.
Nel 1950 è stata negli Stati Uniti insieme alla scrittrice ed attivista Yaeko Nogami e a tre delegate del Movimento femminile del Giappone (Fujin Undō-ka) per presentarsi all’allora segretario di Stato statunitense Dean Acheson con la richiesta di creare un sistema per cui il Giappone potesse rimanere neutrale e pacifista.
Ha continuato a scrivere e tenere conferenze fino alla sua morte, avvenuta il 24 maggio 1971, all’età di 85 anni.
Nonostante la sua carriera come attivista politica sia durata molti decenni, viene soprattutto ricordata per la sua gestione del gruppo Seitō.
La Nuova organizzazione femminile del Giappone (Shin Nihon Fujin no Kai), che aveva fondato nel 1963, è tutt’oggi attiva.
Un suo diario inedito, scritto tra il 1948 e il 1950, è stato recentemente ritrovato e esposto nel museo della sua casa a Ueda.
Si parla di libertà di pensiero verso temi fondamentali come la pace. ponendo l’attenzione sull’importanza di includere le donne nelle decisioni riguardanti la guerra e di quanto fosse essenziale il loro volere.