Althea Gibson è stata la prima campionessa afroamericana di tennis.
Grande sportiva che si è battuta duramente contro il razzismo per il riconoscimento dei diritti delle persone afroamericane.
È stata la prima donna nera a partecipare al prestigioso torneo internazionale di tennis di Wimbledon. Tra le prime dieci dal 1956 al 1958 e prima nel 1957 e nel 1958.
Nacque a Silver il 25 agosto 1927 da Daniel Gibson e Annie Bell, che raccoglievano cotone nei campi della Carolina del Sud. Ha vissuto la sua infanzia a Harlem, dove si erano trasferiti nel 1930. La passione per il tennis è nata dopo che il suo vicino di casa le aveva regalato una racchetta. Dopo poco tempo Althea Gibson si iscrive ai tornei per persone afroamericane dell’American Tennis Association.
Arriva in finale a un torneo e non riesce a vincere ma il suo talento venne notato da alcuni addetti ai lavori. Comincia così la carriera sportiva di Althea Gibson, che per dieci anni domina incontrastata nel campionato singolare femminile.
Dopo aver ottenuto una borsa di studio per frequentare la Florida A&M University, prova a entrare negli ambienti in cui la presenza delle persone nere è vietata, come i country club.
Sono gli anni della segregazione razziale negli Stati Uniti d’America. Alle persone nere viene impedito di salire sugli autobus, entrare nei negozi, hanno scuole separate e il mondo dello sport non viene certo risparmiato. Il tennis, in particolare, è considerato una disciplina sportiva per ricchi e appartenenti alla razza bianca.
La carriera di Althea Gibson arriva a una svolta importante quando l’ex giocatrice di tennis Alice Marble appoggia la sua causa in un editoriale pubblicato sulla rivista “American Lawn Tennis Magazine“: Se il gioco del tennis è uno sport per gentiluomini e gentildonne, è tempo di comportarci un po’ di più come persone gentili e un po’ meno come ipocriti bigotti. […] Se Althea Gibson rappresenta una sfida per l’attuale raccolto delle donne che praticano questo sport, è giusto che a tale sfida si risponda sul campo.
Da questo momento in poi, per Althea, si spiana la strada del circuito internazionale tennistico, anche se i pregiudizi razziali sono ancora presenti e duri da sopportare: gli alberghi non vogliono ospitarla; deve entrare in campo dalla porta di servizio; non può sostare negli spogliatoi.
È bellissimo essere la regina del tennis, ma non puoi mangiare una corona, e non puoi neanche mandare un pezzo di trono per pagare le tasse. Il padrone di casa, il panettiere e quelli del fisco sono un po’ strani: vogliono i soldi in contanti… io regno su un conto in banca vuoto e non posso pretendere di riempirlo giocando nel circuito dilettantistico.
Nel 1959 recita anche nel film Soldati a cavallo di John Ford.
A 31 anni si ritira dal tennis e si mette a giocare a golf, anche questo considerato uno sport d’élite. Nel 1971 lascia anche questo sport.
Il 28 settembre 2003, a 76 anni, Althea Gibson muore a East Orange.
Bisognerà attendere quasi 50 anni dai suoi successi per vedere un’altra giocatrice dalla pelle nera scalare il podio mondiale: Venus Williams, seguita poi dalla sorella Serena Williams (2002).
In ricordo di Althea Gibson è stato prodotto un francobollo “first class” durante gli US Open, per la serie dei “Black Heritage”.
#unadonnalgiorno