Nûdem Durak è una musicista curda, nata nel 1998, condannata a 19 anni di prigione in Turchia, solo per aver cantato nella sua lingua. È attualmente detenuta a Bayburt.
Il governo turco vuole, con tutti i mezzi, soffocare il sentimento curdo e qualsiasi ideologia legata a un Kurdistan indipendente. Fino al 1991, era vietato l’uso della lingua curda in tutte le forme di discorso pubblico. Quelle leggi si sono un po’ allentate, ma mai il divieto della “diffusione della propaganda curda”. Con l’aumentare delle tensioni, strategie intimidatorie sono state riprese contro chiunque parlasse a nome dei curdi. Nûdem, questa giovane musicista ostinata, ha continuato per anni a cantare per i bambini in strada, insegnando loro le canzoni tradizionali, nella città di Cizre, in Turchia. Per questo motivo è stata arrestata.
Da 5 anni la giovane donna è rinchiusa nelle carceri turche. Dovrà restarci per altri 14 lunghissimi anni. La sua colpa? Suonare la chitarra. Cantare.
Il governo turco aveva bisogno di una persona da usare come esempio, come martire, doveva diffondere la paura tra i curdi. Chi meglio di una ragazza mite con pressoché nessuna affiliazione politica che cantava ai bambini della comunità? È stata arrestata per aver diffuso la propaganda curda, e dopo un procedimento giudiziario molto criticabile, condannata a 19 anni di prigione. Il governo ha tentato, senza prove, di collegarla sia al KCK che al PKK.
“Era il mio sogno fin da bambina. Suonare e cantare. Allora il mio microfono era una bottiglia di plastica. La mia famiglia era povera, non c’erano soldi per comprare una chitarra. Poi un giorno mia madre mi consegnò la sua fede nuziale. Mi disse di venderla e di essere felice. Quando ebbi la chitarra tra le mani, mi sembrò di avere il mondo tra le mani. La musica è il canto del mondo. La sua anima più vera”, questo il suo racconto, pochi giorni prima di essere arrestata nell’aprile del 2015. Dovrà restare in prigione fino al 2034.
“Quando mi chiamò l’avvocato e mi disse che ero stata condannata, che mi avrebbero messo in prigione, scoppiai a ridere. Pensavo fosse uno scherzo. Perché mai dovevano arrestarmi? Cosa avevo fatto di male? Perché accusarmi di terrorismo? Nelle mie canzoni io parlavo sempre e solo di pace. Invece, era tutto terribilmente vero. Avrei passato tutta la mia giovinezza in prigione.”
Il “grande crimine” di Nûdem Durak è aver cantato canzoni della tradizione curda, aver voluto preservare l’identità culturale del suo popolo oppresso. Per Erdogan e il suo regime questo è un crimine intollerabile che si paga con la perdita della libertà e col finire in quell’inferno in terra che sono le prigioni turche. L’hanno accusata di terrorismo. Quando hanno perquisito la sua casa non hanno trovato armi. Solo libri e la sua chitarra. Li hanno distrutti.
“Possono levarmi ogni cosa, ma non la mia lingua, non la mia storia, non la mia voglia di cantare. Sono una donna, una donna curda, una ragazza che ha voglia di ridere e sorridere, di stare insieme ai suoi amici e far musica. E questo non è un reato, è solo la mia storia, la mia anima. E la mia anima non potranno mai imprigionarla.”
Per ottenere la sua liberazione è stata avviata una campagna internazionale condotta in diverse reti con il titolo #FreeNûdemDurak.
La sua prigionia è un’offesa insopportabile per tutte e tutti noi.
Firma la petizione Free Nûdem Durak.
Le si può scrivere a Nudem Durak
M Tipi Kapalı Cezaevi
Bayburt – TURQUIE
#FreeNudemDurak
#unadonnalgiorno