Awa Thiam, nata nel 1950, è politica, accademica, antropologa, scrittrice e attivista femminista senegalese.
È direttrice del Centro Nazionale per l’Assistenza e la Formazione delle Donne sotto il Ministero delle donne e dei bambini in Senegal.
Lotta da sempre contro la mutilazione genitale femminile, MGF, di cui parla anche nel suo libro La Parole aux négresses del 1978 tradotto come Black Sisters, Speak Out: Femminismo e oppressione nell’Africa nera.
In Francia, dove ha vissuto per un periodo della sua vita, oltre a conseguire due dottorati, in antropologia culturale e filosofia, è stata componente del gruppo Coordination des Femmes Noires, uno dei primi gruppi di femministe nere.
Tornata in Senegal è diventata Assistant Professor of Research presso il Fundamental Institute of Black Africa della Cheikh Anta Diop University di Dakar.
Nel 1982, nel tentativo di migliorare la vita e lo status delle donne africane, ha fondato la CAMS, Commissione per l’abolizione delle mutilazioni sessuali.
“Lo scopo di queste pratiche, sia che sia ammesso o meno, è controllare la sessualità femminile. Alcuni, infatti, non esitano a dire che l’obiettivo è ridurre l’ipersensibilità delle donne. In ogni caso il risultato rimane lo stesso: rendere la fanciulla essenzialmente un futuro elemento riproduttivo e produttivo, quindi la sua vita viene rilevata e mappata per lei dalla nascita alla morte da una società patriarcale, che assicura che sia tenuta dentro il suo posto in tutte le fasi del suo sviluppo“.
Nel 1987, Awa Thiam chiese di costituire un dipartimento di antropologia dei sessi, ma la sua proposta venne respinta dall’amministrazione.
Awa Thiam è stata ministra della sanità e dell’azione sociale e presidente della commissione per la salute, la popolazione, gli affari sociali e la solidarietà.
È anche molto attiva contro la poligamia, la maternità forzata, l’obbligo del velo e l’analfabetismo.