Lo sport costituisce l’attività di svago in cui gli stereotipi di genere sono più presenti, perché è storicamente un luogo privilegiato di costruzione della virilità dove è molto forte la strumentalizzazione della biologia.
Marie-Cécile Naves, sociologa e politologa, esperta di politica statunitense, è Senior Fellow e Direttrice dell’Osservatorio Genere e Geopolitica presso l’Istituto francese per gli affari internazionali e strategici (IRIS) di Parigi e Delegata Generale della Conferenza dei rettori francesi.
Ha preso parte a diversi progetti europei di ricerca-azione su uguaglianza di genere, sport, democrazia e politiche pubbliche.
Ha un blog su HuffPost e Mediapart.
Fa parte del comitato scientifico di Sport and Citizenship che tratta del divario di genere nello sport a livello internazionale.
Originaria di Tulle, in Francia, ha una laurea in Scienze Politiche all’Università di Parigi e un post-dottorato in Scienze della Comunicazione presso la Fondation Maison des sciences de l’homme.
Dal 1999 al 2010, ha insegnato all’università e all’Istituto di Studi Politici di Lille per poi passare al ruolo di project manager e policy advisor di France Stratégie. Ha scritto diversi rapporti per il governo e il presidente della Repubblica su politiche sportive, uguaglianza di genere e pianificazione politica.
Dal 2015 al 2017 è stata consigliera della Ministra dell’Istruzione e della Ricerca, Najat Vallaud-Belkacem.
Nel 2015 ha scritto La nuova faccia del diritto americano – Le ossessioni morali, razziali ed economiche degli Stati Uniti, in cui analizza gli Stati Uniti dopo Obama. L’anno successivo è stato pubblicato Trump, The Populist Shockwave, (Trump, l’onda d’urto del populismo) in cui analizza il background e la strategia d’azione di Donald Trump in relazione all’ondata populista e identitaria che lo ha portato al potere. Del 2017 è Le pouvoir du sport (Il potere dello sport), scritto con Julian Jappert, un inventario delle pratiche europee sullo sport incentrato su coesione sociale e discriminazione economica. All’ex presidente statunitense ha dedicato un secondo libro, nel 2018, che ha il titolo, Trump, la revanche de l’homme blanc (Trump, la vendetta dell’uomo bianco), che mostra come questi agisca per riabilitare un modello di società basato e costruito sul dominio maschile. Del 2018 è il saggio Géopolitique des Etats-Unis (Geopolitica degli Stati Uniti), mentre nel 2020, è uscito La démocratie féministe: réinventer le pouvoir, sulla leadership femminista che è l’opposto del potere virile e predatorio incarnato da Trump.
Analizzando il ruolo chiave delle nuove generazioni di femministe, che promuovono profonde trasformazioni all’interno dei sistemi politici e di governo, definisce l’attuale società PostMeToo, uno scenario globale in cui le giovani donne hanno acquisito ampia capacità di influenza in Europa, risultando, come in Polonia, significativamente in grado di sgretolare il consenso delle destre sessiste. I vari movimenti femministi internazionali, Donne, vita, libertà in Iran, la lotta agli stupri collettivi in India, Women2drive in Arabia Saudita, il movimento Femen in Ucraina, Pussy Riots in Russia, il movimento globale Nonunadimeno, partito dall’Argentina, sono cartine tornasole dell’evoluzione di legislazioni e società. Ma, purtroppo, parallelamente, si assiste a un potenziamento delle forze che li contrastano, perché anche gli anti-femminismi si sono evoluti, sviluppandosi come fattore politico e geopolitico.
Per il suo lavoro è stata insignita del titolo di Chevalière dans l’ordre des palmes académiques.
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