“Creare una società anarchica, pacifista, umanistica, vegetariana, femminista, è possibile perché nella realtà non ci sono ostacoli effettivi, naturali, alla sua creazione. La gente ha interiorizzato il dubbio che questa nuova società sia effettivamente irrealizzabile, e questo dubbio rappresenta il vero ostacolo verso il cambiamento. L’ostacolo è il cinismo, il finto realismo che fa pensare che sia impossibile cambiare verso una società più giusta.”
Judith Malina è stata una regista, attrice e scrittrice anarchica e pacifista.
Nel 1947, ha fondato, insieme al marito, Julian Beck, il Living Theatre, la più radicale esperienza di sovversione teatrale novecentesca.
Nata in Germania, a Kiel, il 4 giugno 1926, aveva tre anni quando con la sua famiglia, padre rabbino e madre attrice teatrale, si trasferirono negli Stati Uniti.
Si è formata alla scuola teatrale di Erwin Piscator dove ha conosciuto Julian Beck che era un noto pittore della cerchia degli espressionisti astratti, aperto alle esperienze di sconfinamento e incontro fra le arti.
Insieme hanno dato vita al mitico Living Theatre, importante fucina di sperimentazione artistica e quartier generale dell’ambiente politico newyorkese, profondamente orientato in senso pacifista e libertario.
Judith Malina, che è stata la regista del gruppo, ha portato il suo sapere teatrale che ha consentito di tradurre gli ideali politici in pratica artistica, di sperimentare concretamente la sua visione anarchica verificandone i fondamenti nella prassi creativa, fuori e dentro la scena.
Ha messo la sua conoscenza al servizio di soluzioni tecniche, metodologiche e organizzative che rendessero praticabile l’utopia.
La compagnia, a metà degli anni Sessanta si è trasformata in un collettivo teatrale, diventando sempre più una microcellula rivoluzionaria e avanguardia di sperimentazione concreta.
Judith Malina ha firmato la regia di spettacoli che fanno parte nella storia del teatro da The Brig (1963) a Mysteries and Smaller Pieces (1964), da Frankenstein (1966) ad Antigone (1967), e partecipato alla creazione collettiva di Paradise Now nel 1968, evento accompagnato in tutto il mondo da una fitta vicenda di sospensioni, interruzioni, divieti. Il ciclo dell’Eredità di Caino, inaugurato nel 1970, è stato realizzato nelle strade, nelle fabbriche, negli ospedali psichiatrici.
Dopo la morte di Julian Beck, nel 1985, ha continuato l’attività con Hanon Reznikov e, nel 2007, hanno aperto un loro teatro, nel Lower East Side di New York. Un’esperienza durata soltanto sei anni, quando sono stati costretti a chiudere per mancanza di fondi.
A causa delle sue battaglie civili e pacifiste, ha affrontato denunce e arresti in dodici diversi paesi e scontato il carcere negli Stati Uniti e in Brasile.
Ha fatto scandalo per la nudità in scena, che intendeva come liberazione del corpo, come pratica non violenta e sperimentazione di relazioni non asservite ai paradigmi dominanti. Corpi inermi, gracili, non sensuali, che hanno avuto la forza di un’esplosione.
Si è mostrata nuda anche nel suo ultimo spettacolo, realizzato con gli anziani dell’Actors Home, The Triumph of Time, un lavoro sui “vantaggi dell’invecchiare” che la società non riconosce.
Questa grande artista e intellettuale ha rifiutato ogni tipo di arma, esercito, polizia, prigione, in una radicale visione di cambiamento sociale non violento.
Il suo lungo percorso diversificato per testi e luoghi, integrato dalle più varie collaborazioni che l’ha vista anche al cinema nel film “La famiglia Adams” ruolo accettato per la necessità di reperire fondi per i suoi spettacoli.
Il suo teatro ha combattuto la violenza dei rapporti di classe, delle istituzioni come eserciti, carceri e manicomi, la violenza dei rapporti razziali e di genere.
E le istituzioni le hanno inflitto carcere ed esilio, cercando, invano, di cancellare la sua esperienza, attraverso il silenzio e l’oblio.
Per un bel po’ di tempo ha anche vissuto e lavorato in Italia.
Negli ultimi anni della sua vita, a causa di problemi economici, ha vissuto nella Booth Actors Home, una casa di riposo per attori a Englewood, dove ha messo su il suo ultimo spettacolo dedicato alla vecchiaia e dove si è spenta il 10 aprile 2015, per una malattia ai polmoni.
#unadonnalgiorno