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Sarah Zouak

Sarah Zouak

Sarah Zouak è la fondatrice di Lallab, organizzazione nata per tutelare i diritti delle donne musulmane. Attivista femminista intersezionale e imprenditrice sociale, nel 2022 è stata nominata tra le 35 persone sotto i 35 anni leader di grande ispirazione da Positive Planet.

È autrice e regista di Women SenseTour in Muslim Countries.

Sta costruendo un’intera nuova generazione di donne musulmane che si riappropriano delle proprie narrazioni, vedendo finalmente la propria voce rappresentata nel dibattito sui propri diritti e sulle discriminazioni che subiscono.

Nata in Francia da genitori marocchini emigrati negli anni ’70, ha avuto modo di constatare molto presto come il razzismo colpisse le famiglie di origine straniera. Sebbene la sua fosse considerata come una “buona famiglia araba”, educata, tranquilla, istruita e di mentalità aperta, sentiva che anche questa immagine “positiva” nascondeva stereotipi profondamente radicati contro le persone arabe e musulmane.

Laureata in Letteratura Araba alla Sorbonne, ha un master in Gestione di programmi internazionali, Geopoltica, Sviluppo e Cooperazione.

Quando ha svolto un apprendistato in una grande organizzazione di beneficenza che lavora per la prevenzione dell’AIDS, ha compreso l’importanza e l’efficacia di dare voce alle persone direttamente interessate da un problema.

Ha dovuto sgomitare, anche in ambito accademico,  per affermare e far comprendere le sue posizioni femministe da musulmana.

Dopo la laurea, ha iniziato il progetto Women SenseTour in Muslim Countries. Ha viaggiato per cinque mesi attraverso cinque paesi musulmani per incontrare venticinque imprenditrici sociali che lottano per i diritti delle donne, con l’intento di decostruire i pregiudizi che le vedono soltanto sottomesse e oppresse. Per denunciare il problema in Francia, ha organizzato proiezioni e dibattiti in tutto il paese. Osservando le reazioni delle musulmane partecipanti, ha presto capito di dover avviare un movimento più ampio ed è così che è nata Lallab.

L’organizzazione ha l’intento di fornire alle donne musulmane la possibilità di realizzarsi e vivere pacificamente con le loro molteplici identità senza che la comunità di appartenenza o la società in cui vivono, pretenda di dire loro cosa dovrebbero scegliere, essere o fare. Si è resa conto che possono superare i meccanismi di autocensura solo comprendendo le dinamiche sistemiche in cui sono rinchiuse e unire le forze per trovare il coraggio e la legittimità per cambiare le cose.

Lallab è uno spazio inclusivo e sicuro che consente di costruire una forte comunità di donne desiderose di imparare l’una dall’altra, indipendentemente dal background sociale, livello di istruzione, religione o tipo di sfide che devono affrontare. Avvia un processo di riconciliazione e guarigione teso a sviluppare competenze, obiettività e legittimità.

Accompagnandole in un viaggio di trasformazione, sta spronando una nuova generazione ad alzare la voce e prendere parte al dibattito pubblico, che si ostina a tacitarle. Sta creando, con loro, uno spazio mediatico senza precedenti, in cui finalmente sono rappresentate. Collabora con i media francesi e internazionali per diffonde nuove narrazioni sulle donne musulmane che aggiungono sfumature e obiettività al dibattito pubblico.

Produce contenuti di qualità che riescono a ispirare le musulmane e a provare a cambiare la mentalità della società nei loro confronti per gettare le basi per approcci inclusivi che possono essere replicati per altre comunità.

Sviluppando un discorso positivo, d’ispirazione e non ideologico riesce a raggiungere un’ampia gamma di donne che possono riconoscersi nel movimento senza paura di essere giudicate o costrette a pensare in modo dogmatico. Un’organizzazione femminista guidata dalla volontà di dare a ogni donna l’opportunità di scegliere la propria strada senza dover fare concessioni sulla propria cultura e religione. Coloro che vi aderiscono provengono da ogni tipo di ambiente sociale. La sua strategia di sensibilizzazione creativa le ha permesso di costruire in breve tempo una comunità ampia e plurale che garantisca la rappresentatività, fondamentale per portare le voci delle donne musulmane nel dibattito della società.

In Lallab si tengono corsi di formazione e opportunità di apprendimento con specialiste e studiose internazionali. In meno di 4 anni, ha costituito una comunità di 500 persone che hanno ritrovato la fiducia e i mezzi per compiere serenamente scelte che ritenevano impossibili, come decidere di tornare a scuola, porre fine a una relazione tossica, usare contraccettivi, scegliere il percorso professionale che sentono più consono.

Vengono offerti seminari di scrittura e formazione sui media, si incoraggia a parlare apertamente mostrando esempi di ispirazione.

Sarah Zouak è riuscita a creare uno spazio mediatico senza precedenti diventando, in breve, fonte attendibile per le maggiori testate francesi e anglofone.

Nel 2018, in collaborazione con l’organizzazione statunitense Muslim Girl, ha lanciato la Prima Giornata della Donna Musulmana in Francia che si replica ogni anno.

Sarah Zouak ha convinto 35 giornalisti a firmare un patto d’impegno volto a utilizzare una narrazione più equa, scevra da pregiudizi e rispettosa delle differenze.

Il suo lavoro pone le basi per un cambiamento più profondo nei comportamenti di persone e istituzioni nei confronti delle donne musulmane. Le raccomandazioni di Lallab di includere le donne musulmane nei dibattiti e finanziare programmi di empowerment intersezionale sono state espresse dalla Commissione Consultiva Nazionale per i Diritti Umani nel rapporto del 2019.

Si agiscono anche interventi per cambiare la mentalità e gli atteggiamenti delle persone in ogni ambito, come ad esempio, quello medico  e ginecologico.

Organizza una nuova forma di dialogo tra le comunità di donne musulmane e attori locali strategici, collabora con i consigli comunali, per sviluppare programmi incentrati su occupazione, sessualità e salute.

Sta costruendo le basi per un ambiente di accettazione e una più ampia discussione sui problemi di discriminazione.

 

#unadonnalgiorno

 

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