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Belva Lockwood

Belva Lockwood

Gli uomini dicono sempre: ‘Vediamo cosa sai fare’. Se parliamo sempre e non lavoriamo mai non realizzeremo nulla. Dopotutto, l’uguaglianza di diritti e privilegi non è altro che semplice giustizia.

Belva Lockwood, avvocata, educatrice e attivista, è stata la prima donna a candidarsi per la presidenza degli Stati Uniti nel 1884.

Si è fatta largo in un’epoca in cui era convinzione che le studentesse distraessero i colleghi e la professione legale fosse appannaggio di soli uomini, in cui si riteneva che il cervello e il temperamento femminile non fossero adatti a lavori con responsabilità. Anni in cui affari e transazioni si facevano in circoli maschili dove le donne non avevano accesso.

Partita dal nulla, figlia di contadini, ha combattuto con determinazione per avere la possibilità di studiare. Ha subito critiche efferate e superato opposizioni di ogni sorta.

Ha fatto approvare una legge per l’uguaglianza di accesso all’avvocatura ed è stata la prima donna ammessa al foro della Corte Suprema.

Per tutta la vita è stata in prima linea nel sostenere i diritti umani, il suffragio universale, l’emancipazione femminile, i diritti e le pari opportunità delle persone nere e native.

Nata col nome di Belva Ann Bennett, a Royalton, New York, il 24 ottobre 1830, era figlia dell’agricoltore Lewis Johnson Bennett e Hannah Green.

A 18 anni ha sposato Uriah McNall, che dopo quattro anni è morto di tubercolosi.

Per assicurare un futuro migliore a lei e alla sua bambina, è riuscita, dopo un’ardua battaglia a iscriversi al Genesee College, dove si è laureata a pieni voti nel 1857.

Per diversi anni è stata insegnante e poi direttrice di diverse scuole femminili.

Influenzata dall’incontro con Susan B. Anthony, attivista per i diritti delle donne, ha adottato un sistema educativo che forniva una maggiore offerta di possibilità formative per le studenti, lavorando per uniformare la retribuzione.

Affascinata dal mondo della giurisprudenza, ha deciso di studiare legge e si è trasferita con la figlia a Washington, nel 1866, il centro del potere legislativo e governativo.

Nella capitale ha sposato Ezekiel Lockwood, un anziano veterano di guerra che ha sostenuto le sue scelte.

Ha aperto una scuola privata mista, che era una grande novità per quei tempi.

È stata ammessa dall’avvocatura dopo che diversi giudici le avevano detto di non avere fiducia in lei, solo perché donna.

Secondo la legge, il suo status di donna sposata la faceva considerare strettamente subordinata al marito, non poteva possedere o ereditare individualmente una proprietà, né aveva il diritto di stipulare contratti o mantenere i soldi guadagnati senza il permesso del marito.

Ma non si è mai arresa.

Ha dovuto superare l’ostilità dei colleghi maschi della National University Law School e fare ricorso per ottenere la laurea in giurisprudenza dalle mani del presidente Ulysses S. Grant, nel 1873.

Aveva aperto un piccolo studio legale nella sua casa prima ancora di essere ammessa all’ordine degli avvocati.

Attivista per l’emancipazione femminile, ha elaborato e esposto un disegno di legge per la parità di retribuzione e testimoniato davanti al Congresso a sostegno della legislazione per dare alle donne sposate e alle vedove una maggiore protezione legale.

Nel 1870 ha redatto un disegno di legge contro la discriminazione delle donne all’avvocatura, facendo pressioni sul Congresso fino a quando non è stato convertito in legge nel 1879. Questo ha permesso alle avvocate di esercitare in qualsiasi tribunale federale.

È stata la prima donna a prestare giuramento all’avvocatura della Corte Suprema degli Stati Uniti, il 3 marzo 1879 e l’anno successivo, la prima a sostenere un caso.

In seguito, ha supportato Samuel R. Lowery, contribuendo a rendendolo il primo avvocato nero a discutere un caso alla Corte Suprema.

Il suo studio legale attraeva una clientela multirazziale appartenente alla classe operaia. Ha operato nel Distretti di Columbia, Maryland e Virginia, senza temere le lunghe distanze.

Metà del suo lavoro riguardava azioni di divorzio, in cui rappresentava quasi sempre donne. Si è occupata anche di procedimenti ingiuntivi e suddivisione dei terreni. Ha elaborato un numero incalcolabile di atti di vendita e testamenti prima di passare ai reati penali, vincendo molte cause e facendosi apprezzare anche dai suoi detrattori.

Dopo la morte del marito Ezekiel, nel 1877, ha acquistato la casa in cui avevano vissuto, una grande proprietà, fortemente ipotecata, che ha utilizzato anche come pensione e ufficio. Un investimento che le è servito da garanzia per prestiti e accordi commerciali. Per anni ha ospitato minori di cui aveva la tutela legale.

Nel 1881, a 51 anni, incurante dell’opinione generale, ha inforcato una bicicletta per percorrere diverse miglia al giorno, spostandosi tra dipartimenti federali, Campidoglio e tribunali.

Nel 1884 è stata la prima donna a condurre una campagna a pieno titolo per la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti, per affermare il diritto al voto e alla partecipazione politica.

Non poteva votare, ma la Costituzione non impediva agli uomini di votare per lei. Ha delineato una piattaforma di 15 punti su un’ampia gamma di temi, tra cui affari esteri, tariffe, pari diritti politici, riforma del servizio civile, nomine giudiziarie, diritti delle persone native che ha spesso rappresentato, protezione delle terre pubbliche, pensioni e diritto di famiglia.

Aveva ottenuto meno di 5.000 voti (tutti maschili) ma non si è scoraggiata e quattro anni dopo si è ricandidata, soprattutto per sollevare agitazione sui diritti delle donne.

È stata anche docente universitaria e ha scritto saggi su suffragio femminile e uguaglianza legale.

Ha collaborato a riviste come Cosmopolitan, American Magazine of Civics, Harper’s Weekl e Lippincott’s e curato il giornale The Peacemaker.

È stata attiva nella National American Woman Suffrage Association e nell’Equal Rights Party e fatto parte della National Women’s Press Association.

Ha rappresentato la Universal Peace Union in congressi in giro per gli Stati Uniti e in Europa.

Nel 1912 ha affrontato e vinto il suo ultimo caso importante, rappresentando una donna che aveva minacciato di uccidere un famoso banchiere di Washington.

All’età di 83 anni ha guidato un gruppo di donne in un tour in Europa e continuato a marciare in sostegno del suffragio femminile e della pace internazionale. Ha continuato a parlare a favore della pace e del disarmo fino alla sua morte, avvenuta il 19 maggio 1917.

È sepolta nel Congressional Cemetery e, nel 1983, è stata inserita nella National Women’s Hall of Fame con la motivazione: Usando la sua conoscenza della legge, ha lavorato per garantire il suffragio femminile, le riforme del diritto di proprietà, la parità di retribuzione lavorativa e la pace nel mondo. Fiorendo di pubblicità e partigianeria e incoraggiando altre donne a perseguire carriere legali, ha contribuito ad aprire la professione legale alle donne”.

#unadonnalgiorno

 

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