Laura Ferraro Schrader è una giornalista italiana che dagli anni ottanta si occupa della questione curda.
Nata a Vercelli il 31 luglio 1938 si è laureata in giurisprudenza a Torino dove ha conosciuto suo marito, Georg Schrader, fotografo da cui ha preso il cognome con cui si firma.
Ha iniziato l’attività giornalistica nel 1956.
Nel 1975, colpita dalle tragiche vicende del popolo curdo in Iraq, conseguenti alla sconfitta della rivoluzione del Partito Democratico del Kurdistan, ha iniziato a seguire la resistenza Peshmerga pubblicando su Stampa Sera, L’Incontro, Historia e Il Cammello, di cui è direttrice responsabile.
Dagli anni ottanta si occupa della questione curda per la redazione esteri del quotidiano Il Manifesto seguendo le vicende di Iran, Siria, Iraq e Turchia, dove è emersa la resistenza del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan).
Nel corso della sua attività, Laura Schrader, ha stabilito rapporti di collaborazione e amicizia con politici, intellettuali, artisti e attivisti del Kurdistan. Collabora con gli studenti della diaspora e promuove contatti con parlamentari italiani e europei.
Nel 1981 ha accompagnato una delegazione di donne peshmerga dall’Iraq a incontri istituzionali con esponenti di partiti, enti locali e associazioni.
Per suo tramite, per la prima volta, nel 1984, alcuni leader della resistenza di Turchia e Iraq hanno partecipato come relatori a un evento in Italia: il convegno internazionale di Perugia, Le tecniche della non violenza.
Nel 1988 ha presentato, per la prima volta al Parlamento Europeo, il Fronte unito del Kurdistan iracheno; dall’evento è derivata la risoluzione di condanna dell’uso di armi chimiche da parte del regime di Saddam Hussein.
Nel 1991 è stata nominata socia ad honorem della Kurdistan Shelter Reconstruction Organization con cui ha contribuito alla realizzazione di alcuni progetti di ricostruzione, come scuole e ospedali.
Nel corso degli anni novanta, per il suo sostegno alle attività del Parlamento del Kurdistan in esilio, è stata invitata a partecipare ai congressi dei partiti democratici filo curdi in Turchia.
Dagli anni duemila collabora con Liberazione, Narcomafie e varie altre testate.
Dalle sue interviste a esponenti politici e militari della resistenza curda, tra cui le donne peshmerga in Iraq e le guerrigliere del PKK in Turchia, sono nati i libri: I fuochi del Kurdistan che racconta le origini e la guerriglia del PKK inquadrate nel contesto storico-politico del Kurdistan; Sulle strade del Kurdistan, un reportage dall’Iraq nel corso della rivolta delle forze curde e cristiane contro il regime di Saddam Hussein; Il diritto di esistere – Storie di kurdi e turchi insieme per la libertà sulla situazione in Turchia dopo il golpe del 1980.
È stata tra le promotrici della campagna di mobilitazione Libertà per Leyla Zana, parlamentare condannata a 14 anni di carcere dai magistrati di Ankara.
Partecipa costantemente a incontri e convegni internazionali impegnata a far conoscere identità, lingua e cultura del popolo curdo, anche attraverso la diffusione di poesie, tradotte in collaborazione con poeti e studenti curdi.
Ha collaborato alla campagna internazionale contro il divieto dell’uso della lingua curda in Turchia.
Da molti anni organizza festival, reading, performance e mostre per sensibilizzare alla causa.
In occasione della prima partecipazione di artisti curdi alla Biennale d’Arte di Venezia, nel 2009, ha scritto per il catalogo Planet Kurdistan.
Nel 2012 ha partecipato al Festival del Cinema Kurdo di Roma con la relazione Il ruolo della donna e la pace in Kurdistan.
È co-fondatrice dell’Istituto internazionale di Cultura Kurda, attivo a Roma dal 2012.